Il paradosso arriva quando dice di non volere la scissione ma è pronto a ricostruire l’esercito della Repubblica serba ma senza . Ed è stanco delle pressioni dei leader occidentali, meglio Putin.
A riferirlo in un’intervista a La Repubblica è il leader della Republika Srpska, Milorad Dodik, presidente di una delle due entità (quella serbo-ortodossa) della Bosnia-Erzegovina.
“La differenza tra Putin e i leader occidentali – ha spiegato – è che lui mi ascolta. Putin non mi ha mai chiesto di fare o non fare qualcosa, ecco perché lo rispetto”. Invece “quando i politici dell’Occidente”, aggiunge, “si presentano nel mio ufficio, vogliono impormi cose”.
Per Dodik ”è tempo di cambiare approccio. Non possiamo permettere che siano stranieri non eletti in Bosnia a fare le leggi per noi”. Le sanzioni che potrebbero arrivare dall’Unione europea le definisce “l’arroganza del potere”. E assicura: “Non sono spaventato”.
Il leader vuole un suo esercito. “La Srpska può avere il proprio esercito, c’è scritto nella Costituzione”, si giustifica. E prova a rassicurare: “La secessione non è nei miei piani, né voglio un conflitto armato”. Ma poi aggiunge che “se la Bosnia non risolverà i problemi, la secessione potrebbe accadere”.