Papa Francesco, impegnato in un viaggio in Grecia, parlando con le autorità di Atene ha ammonito la comunità internazionale invitandola ad “aprire vie di pace attraverso un multilateralismo che non venga soffocato da eccessive pretese nazionaliste. Ne ha bisogno la politica, per porre le esigenze comuni davanti agli interessi privati. Può sembrare un’utopia, un viaggio senza speranza in un mare turbolento, un’odissea lunga e irrealizzabile”.
“Eppure – dice Francesco- il viaggio in un mare agitato, come insegna il grande racconto omerico, è spesso l’unica via. E raggiunge la meta se è animato dal desiderio di casa, dalla ricerca di andare avanti insieme”. A questo proposito il Papa esprime “apprezzamento per il non facile percorso che ha portato all'”Accordo di Prespa”, firmato tra questa Repubblica e quella della Macedonia del Nord”.
“Auspico che gli impegni assunti nella lotta contro i cambiamenti climatici siano sempre più condivisi e non siano di facciata, ma vengano seriamente attuati. Alle parole seguano i fatti, perché i figli non paghino l’ennesima ipocrisia dei padri” ha continuato il Pontefice.
“Guardando al Mediterraneo, mare che ci apre all’altro, penso alle sue rive fertili e all’albero che potrebbe assurgerne a simbolo: l’ulivo, di cui si sono appena raccolti i frutti e che accomuna terre diverse che si affacciano sull’unico mare. È triste vedere – ha subito aggiunto – come negli ultimi anni molti ulivi secolari siano bruciati, consumati da incendi spesso causati da condizioni meteorologiche avverse, a loro volta provocate dai cambiamenti climatici”.
“Di fronte al paesaggio ferito di questo meraviglioso Paese, l’albero di ulivo può simboleggiare la volontà di contrastare la crisi climatica e le sue devastazioni. Dopo il cataclisma primordiale narrato dalla Bibbia, il diluvio, una colomba tornò infatti da Noè portando nel becco una tenera foglia di ulivo”, ha affermato Papa Francesco.
Proprio quella colomba fu “simbolo della ripartenza, della forza di ricominciare cambiando stile di vita, rinnovando le proprie relazioni con il Creatore, le creature e il creato”.
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