Un sovrasta di estrema destra liberticida e alla guida di un governo che è in urto frontale con l’ìUnione europea della quale rispetta solo le regole che le fanno comodo.
Ma siccome la Polonia è esposta ad est alle pressioni russe (soprattuto se la situazione in Ucraine peggiorerà e se le relazioni con la Bielorussia saranno tese) allora ogni tanto si ricorda dell’Europa e dell’alleanza fin ambito Nato.
Vladimir Putin “segue il vecchio principio del ‘divide et impera’. Vuole dividere l’Europa perché solo così può perseguire i suoi interessi. Oggi è l’Ucraina a essere sulla prima linea del fuoco”. Parola del premier polacco Mateusz Morawiecki, che in un’intervista scritta ha affermati che “la Russia sta testando fino a che punto può spingersi con l’Europa”. “Putin utilizza la forza su tutti i piani. Anche in economia. Sa che il suo potere dipende dai prezzi del gas. E sta facendo di tutto per mantenere l’Europa dipendente solo dalle sue forniture”, aggiunge prima dell’incontro con Mario Draghi, con il quale parlerà dei “pericoli relativi alle azioni della Russia sul fianco orientale della Nato, della situazione al confine polacco-bielorusso, cioè al confine orientale dell’Ue”.
Dopo il colloquio tra Joe Biden e Putin rimarca: “L’esperienza mostra che non ci si può fidare di Putin e che la politica delle concessioni non funziona”. Il presidente russo “deve capire che l’Ucraina non è sola e che, in caso di aggressione, deve aspettarsi sanzioni che colpiranno il sistema finanziario russo. Oggi è una condizione sine qua non per ulteriori negoziati”.
Morawiecki chiede il blocco del gasdotto Nord Stream 2, “un progetto usato politicamente fin dall’inizio”. “Le conclusioni dopo il colloquio tra Biden e Putin sono preoccupanti – osserva – Il consenso condizionato al Nord Stream 2 e l’assenza di sanzioni contro la Russia significherebbero una politica di concessioni alla politica imperiale del Cremlino”. Il premier polacco parla di un “progetto pericoloso per l’Europa” perché “rende il continente ancora più dipendente da un unico fornitore” e “toglie ai Paesi di transito ulteriori argomenti per difendersi dalle tentazioni del loro vicino orientale”. Morawiecki apre anche all’ipotesi di un esercito europeo autonomo, convinto che “l’Europa dovrebbe fare di tutto per garantire la sicurezza dei propri cittadini” e respinge l’ipotesi di accogliere i profughi bloccati alla frontiera della Bielorussia. “I migranti sono stati portati dal regime bielorusso e Lukashenko ne è personalmente responsabile – dice – Ogni concessione è solo un incoraggiamento a ulteriori provocazioni”.