La variante Omicron si è impadronita dell’Europa arrivando in ogni angolo del vecchio Continente: una cena di Natale aziendale si è trasformata in un grande focolaio di Covid a Oslo, in Norvegia, dove 107 persone (su un totale di 117) sono state contagiate, la maggioranza di loro dalla variante Omicron.
Tutti i partecipanti si erano sottoposti per sicurezza anche a un tampone rapido prima di incontrarsi, quasi tutti erano vaccinati con due dosi (il 96%), quasi nessuno aveva avuto ancora la terza. Ma tutte queste precauzioni non sono bastate a evitare la diffusione del virus. L’età media delle persone era 39 anni.
Uno dei partecipanti alla cena di Oslo era tornato dal Sudafrica due giorni prima. Stava bene e il suo tampone era risultato negativo (o almeno così lui aveva affermato). Nonostante questo, la Omicron quella sera ha infettato 81 persone, ossia il 74% dei partecipanti. Il viaggiatore proveniente dal Sudafrica ha accusato i primi sintomi due giorni dopo la festa. La maggior parte degli invitati – 37 persone – ha cominciato invece a sentirsi male tre giorni dopo.
A Oslo, nonostante la doppia dose di vaccino (tutti hanno avuto un vaccino a Rna, quasi tutti da meno di tre mesi) e l’età giovane, 71 contagiati hanno avuto ben tre sintomi, soprattutto tosse, seguita da raffreddore e febbre. Nessuno, al momento, è stato ricoverato. Parte di loro era nel ristorante per festeggiare alla cena aziendale, altri farebbero parte dello staff e degli avventori del locale che erano presenti in quel momento o nel “turno” successivo. Fra i clienti entrati in sala per il secondo turno, tra le 10 e 30 e le 3 di notte, altri 70 sono rimasti contagiati, 53 con la variante Omicron.
I proprietari del locale hanno lanciato un appello a tutti coloro che hanno frequentato il ristorante quella sera, e stanno ancora lavorando per raccogliere le cartelle cliniche dei positivi.