Kamala Harris non è contenta: secondo quanto riferito dai media americani, la vicepresidente americana avrebbe rilevato ai suoi alleati e collaboratori che sente di essere stata fondamentale per Joe Biden per la vittoria ma che non ha una copertura mediatica adeguata al suo ruolo.
In particolare, Harris si sarebbe lamentata delle difficoltà nel gestire un portafoglio di compiti particolarmente difficili, dai diritti di voto all’immigrazione, senza l’attenzione che era invece riservata ai suoi predecessori, “tutti uomini bianchi”.
Anche fra i democratici, secondo quanto riportato dal New York Times, la frustrazione è molta per il ruolo in cui è stata messa la vicepresidente. La complessità dei dossier che le sono stati affidati avrebbe dovuto spingere la Casa Bianca a difenderla in modo più aggressivo, afferma la deputata Karen Bass.
Harris ha cercato i consigli di altre donne da quando è arrivata a Washington, anche dell’ex segretario di Stato Hillary Clinton. “C’è un doppio standard usato nel giudicarla, come lo era per me”, mette in evidenza Clinton con il New York Times. Alcuni dei suoi alleati ritengono che Harris sia considerata come un ripensamento e non come erede di Biden.