Nel Golan Israele raddoppia la colonizzazione: alla faccia delle risoluzioni Onu
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Nel Golan Israele raddoppia la colonizzazione: alla faccia delle risoluzioni Onu

Il governo israeliano di Naftali Bennett punta unito sul Golan, area contesa con la Siria, conquistata nel 1967 e annessa unilateralmente quarant'anni fa

Nel Golan Israele raddoppia la colonizzazione: alla faccia delle risoluzioni Onu
Soldato israeliano sulle alture del Golan
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27 Dicembre 2021 - 18.04


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Neanche Benjamin Netanyahu si era spinto a tanto. Colonizzare i Territori palestinesi non bastava. Occorreva bissare nel Golan occupato. Cosa che ha ordito il successore di “King Bibi” alla guida d’Israele: Naftali Bennett.

Golan insediato

Il governo israeliano di Naftali Bennett punta unito sul Golan, area contesa con la Siria, conquistata nel 1967 e annessa unilateralmente quarant’anni fa: nel corso di un consiglio dei ministri straordinario, tenuto nel kibbtz di Mevo Hama, è stato approvato un piano da un miliardo di shekel (circa 280 milioni di euro) con l’obiettivo di sviluppare l’area nel nord del Paese e raddoppiarne la popolazione, fino a 100 mila abitanti.

Il progetto, annunciato lo scorso ottobre, è sostenuto da tutte le anime dell’eterogeneo governo, composto da otto partiti, da destra a sinistra passando per il centro, compreso il partito arabo-israeliano Ra’am.

“Il fatto che ministri sia di sinistra che di destra siano seduti insieme è toccante. Il nostro governo sta permettendo la riscoperta di un ampio consenso israeliano”, ha sottolineato Bennett, ricordando che “l’obiettivo è raddoppiare la presenza nelle Alture del Golan. La necessità di rafforzare, nutrire e riconciliare il luogo è comune a tutti noi”.

Circa la metà dei fondi approvati dall’esecutivo (576 milioni di shekel) sarà destinata alla pianificazione e all’edilizia abitativa: verranno costruite 3.300 case a Katzrin (la cosiddetta ‘capitale’ del Golan, il principale centro ebraico), 4.065 nell’area del Consiglio regionale locale e altre 4 mila nelle due nuove comunità, attualmente conosciute come Asif e Matar.

Altri 160 milioni di shekel aggiuntivi saranno impiegati per “il miglioramento della qualità della vita nel Golan”, compresi il potenziamento dei trasporti, servizi medici e istruzione, ma anche la promozione di nuovi alberghi.

Dagli attuali 52 mila abitanti, compresi quelli di Katzrin e le comunità druse, Israele punta a un aumento del 50% entro il 2025 e al raddoppio entro la fine del decennio. Tra le iniziative previste, anche una serie di progetti solari, come un ampio ampo di pannelli a Emek Habacha.

La pressione sull’area allarma gli ambientalisti che temono uno sviluppo selvaggio che vada a intaccare il delicato ecosistema.

I Guardiani del Golan, un’organizzazione locale a difesa della zona, di recente aveva già messo in guardia da nuovi progetti, sottolineando che proprio “la scarsità della popolazione e la sua concentrazione in un’unica comunità urbana circondata da insediamenti rurali è ciò che consente l’esistenza di spazi naturali. L’insediamento incontrollato e lo sviluppo irresponsabile porteranno alla loro distruzione”.

Incurante di ciò, Bennett ha aggiunto che una delle circostanze che hanno influito sulla decisione assunta è legata anche alla crisi del Covid “che ha mostrato a molti israeliani che non è obbligatorio vivere nel centro del Paese e che è possibile anche lavorare da casa”. 

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Alture strategiche

Le Alture del Golan sono state conquistate da Israele nel 1967 e annesse ufficialmente nel 1980. La Siria, come del resto la comunità internazionale, non ha mai riconosciuto l’annessione e rivendica l’intero territorio,fino alla sponda del lago Tiberiade. Israele teme che Damasco, dopo aver sconfitto i ribelli, tenti un attacco sulle Alture, che porterebbe a una guerra aperta e diretta sui due Stati, dopo una cessate il fuoco che dura dal 1973.  Le guerre non si fanno per irredentismo. E se Israele, dopo la Guerra dei sei giorni, prese possesso di quelle alture e ne pretende il controllo nonostante le risoluzioni Onu contrarie, ha motivi molto pragmatici. Quell’area a est del lago di Tiberiade rappresenta un tassello fondamentaleper chiunque voglia avere il controllo della regione. Una prima ragione è di natura strategica. Incastonato fra Israele, Siria e Libano, il Golan ha una posizione invidiabile. Avere il controllo dei suoi rilievi, permette di avere il controllo a ovest su Tiberiade e parte della Galilea, e a est sulla pianura che scende fino a Damasco. Inoltre, riuscire a posizionare un avamposto militare sul monte Hermon (in arabo Jabal al-Shaykh) significa ottenere una torre da cui controllare i movimenti del nemico. Militarizzare le alture serve a monitorare tutto. Ma controllare le alture del Golan si traduce soprattutto nel controllare uno dei più grandi serbatoi idrici del Medio Oriente. E controllare l’acqua di una regione significa avere un potere contrattuale immenso su tutti gli Stati limitrofi Per l’agricoltura israeliana, avere accesso diretto alle acque del monte Hermon è fondamentale. Basandosi su un modello intensivo, ogni goccia d’acqua è essenziale. Secondo alcune stime, le acque del Golan forniscono a Israele un terzo del fabbisogno idrico del Paese. Già solo questo motivo rende chiaro perché Israele teme qualsiasi tentativo di riconquista da parte della Siria. Se è importante per Israele, tanto più lo è per la Siria, che di quelle risorse idriche è stata privata manu militari. L’acqua è un bene primario (tanto più per un Paese devastato dalla guerra) e l’economia siriana necessita di un approvvigionamento idrico costante. Inoltre, i cambiamenti della produzione agricola, specialmente nelle con la scelta del cotone al posto di altre piantagioni, hanno modificato radicalmente l’esigenza idrica del Paese, che è aumentata a dismisura. E ora la Siria vorrebbe quell’acqua di cui è stata privata. Chi ha in mano l’acqua, controlla la vita dei suoi vicini. Ma non c’è solo l’oro blu a motivare la centralità del Golan. E, novità dell’estate 2014, anche 10 siti che potrebbero nascondere riserve petrolifere.  La società incaricata delle perforazioni avrebbe tra gli azionisti anche Rupert Murdoch, il magnate dei media, e come consulente Dick Cheney, l’ex vicepresidente americano ai tempi di George W.Bush

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 Risoluzione n. 497 (17 dicembre 1981)

Recita così: “Il Consiglio di Sicurezza dichiara nulla l’annessione israeliana delle Alture del Golan e chiede ad Israele di annullare immediatamente la propria decisione”.

E’ una delle 73 risoluzioni Onu disattese da Israele. Un record mondiale.

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha riconosciuto la sovranità israeliana sul Golan nel 2019. “Inutile dire che le alture del Golan sono israeliane”, ha sentenziato Bennett. Poco dopo l’insediamento di Biden, a gennaio di quest’anno, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha lasciato intendere che questa amministrazione non pensa di revocare la decisione, specialmente a guerra civile siriana in corso. Israele e Siria, che tecnicamente sono ancora in guerra, sono di fatto separate da un confine sulle alture del Golan.

Un reportage illuminante

E’ quello di Mohammad Al-Kassim/The Media Line, pubblicato da Ynet News(Traduzione a cura di AssoPacePalestina)

 “Il 14 dicembre 1981 è un altro giorno nero nella storia del Golan”, secondo lo sceicco Qasem Mahmoud al-Safadi di Majdal Shams, uno dei quattro villaggi drusi sulle alture del Golan. E ha aggiunto che la sua lealtà è con la Siria, la sua patria. “Diciamo loro che il Golan è una parte inseparabile della Repubblica Araba Siriana, e la legge di annessione è nata morta, e il suo valore non vale l’inchiostro su cui è stata scritta. Siamo arabi siriani; apparteniamo al popolo arabo siriano”, ha detto.

Le fertili colline del Golan controllato da Israele sono abitate da circa 25.000 drusi, una minoranza araba che pratica un ramo dell’Islam. Molti hanno ancora parenti sul lato siriano della frontiera fortificata. Oltre alla sua forte importanza strategica, essendo situata a meno di 100 miglia dalla capitale siriana Damasco, e affacciata sul nord di Israele, controlla anche il flusso d’acqua nel Mar di Galilea e nel fiume Giordano.

Hassan Fakhruddin afferma che Israele lo ha licenziato dal suo lavoro di insegnante per aver esortato i suoi studenti a non accettare la cittadinanza israeliana.

 “Abbiamo accettato le carte d’identità israeliane per facilitare il nostro movimento, ma rifiutiamo la cittadinanza israeliana”, ha detto. Nei sondaggi, a quanto pare, una maggioranza dei residenti drusi del Golan esprime lealtà al governo siriano e al suo presidente, Bashar Assad. Qui non è raro vedere la bandiera siriana sventolare in cima alle case.

Quattro decenni dopo che Israele ha annesso ufficialmente le alture del Golan e due anni dopo che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha riconosciuto la sovranità di Israele sull’altopiano strategico, la maggior parte dei residenti arabi afferma di identificarsi ancora come siriani, ma la fedeltà al governo siriano non è più quella di una volta.

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Salman Fakhruddin, residente a Majdal Shams, ha dichiarato a The Media Line che le sue opinioni politiche non coincidono con quelle della maggior parte dei residenti drusi del Golan, che sostengono il governo di Assad. “Ho una profonda inimicizia con lui e con coloro che lo hanno preceduto. Questo è un regime personale e un sistema di ladri basato su una sfacciata repressione”, ha affermato.

Salman Fakhruddin dice che la guerra civile in Siria ha “complicato” le cose nelle alture del Golan. Accusa il governo siriano e le sue politiche di indurre i residenti dell’altopiano roccioso a pensare a un’alternativa alla loro cittadinanza siriana.

“Israele occupa il Golan. Tuttavia, la realtà che stiamo vivendo, con la crisi siriana e le difficoltà economiche incontrate dai residenti della zona, ha causato un cambiamento nella posizione anti-israeliana nel Golan: l’occupazione offre condizioni umane migliori rispetto al nostro stato nazionale, e questa è una vergogna per il regime al potere. Questa è una grande vergogna”, ha detto.

La controversa decisione di Trump è stata criticata dalla comunità internazionale, la maggior parte della quale considera le alture del Golan come un territorio occupato…Israele ha chiamato un insediamento “Trump Heights” per mostrare la sua gratitudine, all’ex presidente che ha riconosciuto le alture del Golan come parte di Israele. “Non abbiamo problemi con il popolo americano, ma diciamo ai leader americani di avere il dovuto timor di Dio, prendere la decisione giusta e non soccombere al sionismo. Respingiamo completamente le parole di Trump. Se Trump è così generoso, dovrebbe dare Washington o New York all’entità sionista, non il Golan. Questa non è una sua proprietà privata”, ha detto Safadi.

L’Autorità Israeliana per la Popolazione e l’Immigrazione afferma che le richieste di cittadinanza sono aumentate negli ultimi anni, un’affermazione contestata dai residenti del Golan.

Dallo scoppio della guerra civile siriana nel 2011, il valico di Quneitra, il principale punto di transito per i residenti del Golan, è stato chiuso. Safadi accusa il governo israeliano di impedire ai drusi di comunicare con i loro parenti in Siria, nonostante Israele dica che ciò è dovuto al ripristino del controllo siriano sul valico.

 “Non possiamo più mandare i nostri figli a studiare nelle università siriane, i religiosi non possono viaggiare, non possiamo più sposarci con la nostra gente in Siria, e non possiamo esportare le nostre mele e ciliegie in Siria come una volta “, ha detto. Nonostante il dichiarato stato di guerra tra le due parti, l’area è rimasta relativamente calma, e mentre la Siria è invischiata nella sua sanguinosa guerra civile, Israele ha affermato il suo controllo sulle alture del Golan”.

E ora raddoppia la popolazione ebraica. Se non è colonizzazione questa…

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