Svolta nel caso di Julian Assange dopo che il Regno unito ha concesso l’estradizione agli Stati Uniti per i reati a lui contestati dalla giustizia americana.
Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha offerto ancora una volta asilo al fondatore di WikiLeaks Julian Assange, detenuto nel Regno Unito in attesa di estradizione negli Stati Uniti, dove potrebbe essere processato per spionaggio. “Siamo disposti a offrire asilo ad Assange. Crediamo che il governo degli Stati Uniti debba agire con umanità. Assange è malato e sarebbe una dimostrazione di solidarietà, di fratellanza, consentirgli di ricevere asilo nel Paese”, ha detto il presidente durante la sua conferenza stampa mattutina.
López Obrador ha inoltre rivelato di aver inviato una lettera all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump prima della fine del suo mandato, per chiedere la grazia di Assange, che non vede come un “pericolo” per il Messico. Tuttavia, non ha ricevuto risposta dall’ex presidente. “Quando un presidente lascia l’incarico, può perdonare le persone”, ha sottolineato per giustificare l’invio della lettera in cui chiedeva la grazia presidenziale per il fondatore di Wikileaks.
Assange è accusato negli Usa di aver violato le leggi sullo spionaggio, per avere pubblicato su Wikileaks nel 2010 migliaia di documenti riservati e top secret sui conflitti in Afghanistan e Iraq.