L’anno scorso diede il via ad una delle pagine storiche più buie della storia Americana, con i suoi atteggiamenti complottisti; quest’anno la “contro-conferenza stampa” per ricordare l’assalto al Congresso avvenuto il 6 gennaio non ci sarà. Perché? L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha cancellato l’appuntamento in programma a Mar-a-Lago, Palm Beach in Florida, dove vive da quando ha lasciato la Casa Bianca.
Con un comunicato, Trump ha scaricato la colpa alla commissione d’inchiesta della Camera. L’ex presidente ha detto che avrebbe toccato molti temi, ma l’appuntamento è solo rimandato: parlerà al comizio in Arizona, il 15 gennaio. “Alla luce della disonestà della non riconosciuta commissione formata da Democratici e da due Repubblicani falliti – ha tuonato Trump – e a causa dei media delle fake news, io cancello la conferenza stampa a Mar-a-Lago. Ma discuterò molti di quei temi nel mio comizio del 15 gennaio, in Arizona. E ci sarà una grande folla”.
Trump avrebbe voluto rilanciare le accuse, mai provate, di frode elettorale alle presidenziali del 2020 e attaccare la commissione della Camera. Se una parte dei repubblicani vorrebbe guardare avanti, puntando alla vittoria delle elezioni di Midterm, altri avevano applaudito all’idea della conferenza nel giorno del primo anniversario dell’assalto a Capitol Hill.
“Il presidente Trump – aveva commentato a Fox New il rappresentante conservatore dell’Indiana, Jim Banks – ha cose importanti da dire e io, come molti altri, non vedo l’ora di sentire quello che ha da dire”. L’attesa è solo allungata. L’appuntamento è al 15 gennaio, ma non è escluso che Trump faccia sentire la sua voce con una dichiarazione ufficiale proprio il 6 gennaio, per ribadire le accuse e dare a tutti appuntamento in Arizona.
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