Come per magia la Russia interviene massicciamente con uomini e mezzi in Kazakistan e le proteste degli ultimi giorni per i rincari della benzina e del gas, che hanno provocato la caduta del governo, vengono sedate e l’ordine ristabilito in un batter d’occhio.
Le proteste hanno provocato anche decine di morti, oltre 700 feriti e circa 3mila persone arrestate. Su richiesta del presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, in aiuto dell’esecutivo, sono arrivate le truppe dell’alleanza militare guidata dalla Russia, mentre gli Stati Uniti hanno già avvisato Mosca che vigileranno sui rispetto dei diritti umani.
“Gli Stati Uniti e, sinceramente, il mondo intero avranno gli occhi puntati lì per qualsiasi violazione”, ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price. “Sorveglieremo anche che non ci sia alcun atto che possa gettare le basi per la presa delle istituzioni nel Paese”, ha aggiunto Price.
Intanto il presidente Tokayev ha affermato che l’ordine è stato in gran parte ripristinato nel Paese. “Le forze dell’ordine stanno lavorando duramente. L’ordine costituzionale è stato grosso modo ripristinato in tutte le regioni”, ha detto, aggiungendo che le operazioni di sicurezza continueranno “fino alla totale distruzione dei militanti”.
Per il Consiglio di sicurezza nazionale del Kazakistan, così come per Mosca, la destabilizzazione del paese ”è ispirata dall’estero”. Tokayev ha imputato le violente proteste dei giorni scorsi a “gruppi terroristici” addestrati all’estero. Per questo il Consiglio ha decretato il livello “rosso” di massima allerta per possibili attentati terroristici sul suolo nazionale.
Alla task-force antiterrorismo guidata dal presidente del Consiglio di sicurezza nazionale, il generale maggiore Yermek Sagimbaev, con il livello rosso è consentito effettuare perquisizioni e ispezioni di abitazioni, automobili, di limitare temporaneamente la libera circolazione di singoli cittadini e di condurre attività di sorveglianza e intercettazione. “L’operazione antiterrorismo è iniziata” e “le autorità regionali stanno controllando la situazione”, si legge in un comunicato stampa del Presidente.
Il presidente kazako, nel suo discorso televisivo alla nazione, ha affermato che “i terroristi continuano a danneggiare la proprietà e ad usare armi contro i cittadini” e di aver autorizzato la polizia ad aprire il fuoco “senza preavviso” per porre fine ai disordini: “Ho dato l’ordine di sparare per uccidere senza preavviso”, ha detto. E ha rifiutato qualsiasi possibilità di negoziare con i manifestanti, promettendo di “eliminare i banditi armati” e ribadendo che “chi non si arrenderà sarà eliminato presto”.
Secondo Tokayev, la più grande città del paese, Almaty, è stata attaccata da “20.000 banditi che avevano in mente un chiaro piano e un alto livello di preparazione al combattimento”.
Tokayev infine ha ringraziato il suo alleato, il presidente russo Vladimir Putin, per aver inviato le sue truppe: “Ringrazio il presidente russo Vladimir Putin che ha risposto molto rapidamente, e soprattutto in modo amichevole, al mio appello”.