Il nunzio apostolico in Ucraina Visvaldas Kulbokas ha organizzato per domani, nella cattedrale cattolica di Sant’Alessandro a Kiev, una “preghiera interconfessionale per la pace” perché occorre mostrarsi ”uniti” per la pace e ”l’unità della fede dovrebbe essere da esempio”.
Kulbokas, se da un lato non si sente di ”parlare a nome cittadini ucraini”, dall’altro si fa portavoce del sentire dei fedeli e rivolge ”a tutti un invito” a recarsi in cattedrale a pregare per la pace, al di là della confessione religiosa.
”Le sfide, i rischi e le difficoltà”, come quelli che sta vivendo oggi la popolazione ucraina, ”hanno anche questo aspetto positivo: mobilitano i cristiani a essere più uniti. È la provvidenza divina”.
E aggiunge: ”Speriamo che questa coesione possa avere effetti positivi”, che ”una pace interumana e spirituale” possa tradursi in una pace effettiva. Kulbokas aggiunge quindi che ”per il credente è sì importante la pace terrena, ma non è lo scopo finale. Perché c’è sempre il peccato, i rischi di guerra si ripetono e sono sempre presenti”.
Di qui ‘’l’invito a pregare tutti insieme e a convertirsi insieme per porre al primo posto la nostra vocazione umana, l’essere fratelli, rispettando gli uni e gli altri, proprio come ha detto Papa Francesco”. Che per domani ha proposto una giornata di raccoglimento e di preghiera per la pace in Ucraina.