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Il piccolo Rayan non ce l’ha fatta. Il bimbo di cinque anni caduto in un pozzo in Marocco, è morto dopo essere stato portato in superficie dai soccorritori che erano entrati nel tunnel scavato per raggiungerlo. Il bambino è deceduto a causa delle ferite riportate nella caduta. Era rimasto bloccato a circa 32 metri di profondità per oltre cento ore. In un primo momento era stato comunicato che il piccolo era stato estratto vivo.
Il bambino è stato portato via avvolto in una coperta gialla. I genitori erano stati scortati su un’ambulanza prima che Rayan emergesse. Un elicottero era già presente sul posto per trasportarlo subito in ospedale, ma non c’è stato nulla da fare.
n seguito al tragico incidente, il re Mohammed VI ha telefonato ai genitori di Rayan, Khaled Oram e Wassima Khersheesh, per esprimere loro le condoglianze.
Rayan era rimasto intrappolato in una buca troppo stretta per essere raggiunta dai soccorritori in sicurezza. Le squadre di ricerca hanno usato bulldozer per scavare un fossato parallelo.
L’operazione di salvataggio è stata resa difficile dal pericolo di frane che ne ha allungato i tempi. Il bambino era stato raggiunto da alcuni sondini per alimentarlo e dargli da bere e da una telecamera per monitorarne lo stato di salute.
Sul posto si sono radunati i genitori del bambino e centinaia di persone, tenute a distanza dai militari dal teatro delle operazioni. Nel pomeriggio il capo dei soccorritori, l’ingegnere Mourad Al Jazouli, aveva assicurato che Rayan era vivo e che lo avrebbero tirato fuori in giornata.
Anche in Italia la vicenda ha colpito l’opinione pubblica, che è subito tornata con la mente alle immagini di oltre quarant’anni fa, ricordando ciò che accadde al piccolo Alfredino Rampi, caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, alle porte di Roma. La speranza era che la storia non si ripetesse uguale, ma purtroppo neanche in questo caso c’è stato un lieto fine.
La storia
Un dramma che non può tristemente ricordare Vermicino quello che si sta consumando in queste ore in Marocco dove Rayan, un bimbo di 5 anni che, come accadde ad Alfredo Rampi nel 1981, è caduto in un pozzo in cui è rimasto bloccato.
Le ultime immagini arrivate dal fondo del pozzo poche ore fa mostrano il piccolo che si muove: alle 7 di sabato mattina è riuscito a bere e mangiare. Per raggiungerlo mancano 2 metri, ma una roccia sta rallentando gli scavi.
Nel corso della notte i soccorritori avevano detto che per raggiungere Rayan, ormai al suo quinto giorno di prigionia nel pozzo, mancavano “altre cinque ore di lavoro”; in realtà i due metri che mancano, secondo gli ingegneri, sono i più difficili: da ore l’ultimo ostacolo, una roccia, viene picconata con tenacia ma si avanza lentamente. I tubi inseriti tra il tunnel scavato dai soccorritori e il pozzo, per consolidare il passaggio di raccordo, spingono infatti contro questa roccia.
Il rischio è che nel frattempo Rayan, bloccato a 32 metri, possa scivolare ancora più giù: il pozzo è infatti profondo 60 metri; il piccolo, inoltre, dopo tutto questo tempo, è anche a rischio ipotermia.