Ve la ricordate l’invasione?
Quella dei migranti disperati sulle navi, quell’attacco al ‘cuore dell’Europa’, alle radici cristiane, alle tradizioni, a tutte quelle pappardelle retoriche intollerabili che l’estrema destra ci ha propinato per anni, pronta a ringhiare come cani non appena un migrante ubriaco commetteva un furtarello e a scodinzolare davanti a Putin, un eclatante criminale di guerra.
Oggi, a portare la guerra in Europa per la prima volta dopo il secondo conflitto mondiale, è proprio lui. Che dell’appoggio dei vari Salvini, Meloni, Orban e compagnia cantante se n’è sempre fregato. E lo fa con un’invasione nel cuore dell’Europa in piena regola, coi carri armati e le bombe, con la paura e le intimidazioni.
Lo fa con un esercito di quasi 200mila uomini che sta marciando sul suolo europeo. Scene inimmaginabili, persino dopo una pandemia globale, hanno riempito i nostri notiziari da stamattina: sirene antiaeree, persone che fuggono. Rifugiati che non hanno la pelle scura, non vengono da paesi islamici e che non scappano dalla fame o dalla povertà.
Scappano dalla guerra. Dall’invasione, quella vera, che viene portata avanti dal nazionalismo sfrenato, padre di tutte le guerre dall’inizio dei tempi. Moriranno bambini, donne e uomini civili. Europei. Distrutti dalla megalomania di un uomo cui le destre, anche quelle nostrane, hanno lisciato il pelo per anni. E che ora tentano, maldestramente, di condannare.
Dobbiamo ricordarcene. È nostro dovere ricordare, quando saremo chiamati a votare (chissà in quale scenario accadrà) chi stava dalla parte di chi. Chi brandiva il coltello contro i migranti che fuggivano dalla guerra e portava i suoi omaggi a chi la guerra l’ha portata davvero.