L’Osservatore Romano attacca Putin, e definisce le pretese del presidente russo un vero ultimatum: “L’accordo su un cessate il fuoco appare, se possibile, ancora più lontano dopo che il presidente Putin ha chiarito senza mezzi termini la sua posizione: Kiev deve essere ‘ragionevole’, che per il leader del Cremlino significa soddisfare ‘tutte le richieste russe’. Più che una trattativa, un ultimatum”. Lo sottolinea L’Osservatore Romano in un servizio dedicato al decimo giorno di combattimenti in Ucraina dopo l’invasione russa.
“Nel decimo giorno dell’invasione russa dell’Ucraina,- sottolinea il quotidiano d’Oltretevere- la popolazione è sempre più allo stremo delle forze. Gli attacchi si susseguono su più fronti, anche se il ministero della Difesa russo ha annunciato oggi una tregua temporanea e l’apertura di corridoi umanitari per consentire l’uscita di civili da Mariupol e Volnovakha, due località sotto assedio delle truppe di Mosca. A Mariupol, però, lo sgombero dei civili è stato rinviato per il mancato rispetto del cessate il fuoco”.
“Nonostante l’apertura dei primi corridoi umanitari, – annota ancora il quotidiano d’Oltretevere- la vasta offensiva militare non si ferma. Anche stamane in molte città ucraine le sirene antiaereo hanno continuano a risuonare”. E, registra ancora L’Osservatore Romano, “a preoccupare in queste ore è anche l’avanzata dell’esercito di Mosca verso una seconda centrale nucleare, quella di Yuzhnoukrainsk nella regione orientale di Mykoliav, la seconda per importanza del Paese, dopo avere già preso il controllo dell’impianto di Zaporizhzhia (il più grande d’Europa), oggetto di un attacco due notti fa”.