Aumenta il costo del petrolio e schizza alle stelle il prezzo di benzina e gasolio. La Coldiretti è chiara sulle ripercussioni per l’agricoltura che, per lo scoppio della guerra e il balzo dei costi energetici, deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti, e industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica.
Lo rileva un’analisi Coldiretti sugli effetti del balzo dei prezzi di benzina e gasolio sotto la spinta dell’aumento del petrolio. Dall’inizio del conflitto – sostiene Coldiretti – si è verificato un balzo medio di almeno 1/3 dei costi produzione dell’agricoltura a causa degli effetti diretti ed indiretti delle quotazioni energetiche.
Nel sistema produttivo agricolo – prosegue l’organizzazione – i consumi diretti di energia includono il gasolio per il funzionamento dei trattori, per il riscaldamento delle serre e per il trasporto mentre i consumi indiretti sono quelli che derivano dall’energia necessaria per la produzione di prodotti fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica mentre il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro.
“La pandemia prima e la guerra poi- afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini – hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza”. Prandini chiede “interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo”.