Le sirene continuano a suonare in Ucraina, sotto pressione costante in 17 regioni su 24. Ora si riaccende anche la paura per le armi chimiche e biologiche: le accuse russe che Kiev abbia tali armamenti “sono false” e un “chiaro segnale” che Vladimir Putin “starebbe valutando di usarli entrambi” nella guerra, ha affermato il presidente americano Joe Biden. Il suo omologo russo sarebbe infatti “con le spalle al muro” e “sta preparando nuove operazioni sotto falsa bandiera”, secondo il leader Usa. Mosca nega e replica che le accuse sono “insinuazioni malintenzionate”, secondo le parole del viceministro degli esteri russo Sergei Ryabkov che, riporta l’agenzia Interfax, aggiunge: “Noi non abbiamo simili armi”.
Biden ha poi confermato che la Russia ha utilizzato anche missili ipersonici nei bombardamenti in Ucraina. Ma “con le stesse testate impiegate sugli altri missili non fanno molta differenza, tranne che per il fatto che è quasi impossibile intercettarli“, ha sottolineato il presidente americano. Della stessa opinione l’intelligence del Regno Unito. “È altamente improbabile che lo schieramento di missili ipersonici Kinzhal influisca materialmente sull’esito della campagna russa in Ucraina”, afferma il vicemaresciallo della Royal Air Force (Raf) Mick Smeath, addetto militare alla Difesa britannica.
Smeath sostiene poi come sia “molto probabile che le affermazioni russe di aver utilizzato Kinzhal abbiano lo scopo di sminuire la mancanza di progressi nella campagna di terra” di Mosca. Presunte difficoltà dell’esercito russo che troverebbero conferma nell’annuncio fatto stanotte dallo Stato maggiore ucraino, secondo il quale le forze armate di Kiev hanno riconquistato l’insediamento urbano di Makariv, 60 chilometri a ovest della capitale.
“La bandiera ucraina è stata issata sulla città” e le forze russe sono state respinte, hanno detto i militari. Ieri sarebbe stato anche abbattuto un jet russo, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in un video caricato nelle prime ore della notte su Telegram si è scagliato contro i piloti dei caccia di Mosca: “Hanno sicuramente il vuoto al posto del cuore, al posto dell’anima, al posto di tutto ciò che rende umani”, ha detto. L’esercito ucraino parla anche di 14 tank russi distrutti, insieme ad altri mezzi militari. Restano però in mano russa il corridoio terrestre con la Crimea e l’accesso al Mar d’Azov, rilevano le stesse fonti in un ultimo rapporto dal campo. Ma le scorte delle truppe russe finiranno “in tre giorni”, secondo lo stesso documento.
Sul fronte internazionale, arrivano da Biden le critiche all’India per la sua risposta definita “traballante” di fronte all’invasione russa dell’Ucraina. E anche il premier australiano Scott Morrison, incontrando il suo omologo indiano Narendra Modi, ha esortato New Delhi a prendere una posizione più ferma verso Mosca, dichiarando che il mondo deve condannare la Russia per la sua “brutale guerra contro il suo vicino paese sovrano”. Un’aggressione che secondo i dati Onu ha già causato almeno 925 morti tra la popolazione civile. Un cifra che sarà presto rivista al rialzo, secondo l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani (Unhchr).
Dalla centrale nucleare di Chernobyl arriva intanto la notizia che tutti i tecnici che erano rimasti bloccati nell’impianto e avevano dovuto continuare a lavorare senza interruzione dal giorno dell’arrivo delle truppe russe, il 24 febbraio, hanno ottenuto il permesso di lasciare il sito: sono stati sostituiti da colleghi ucraini e nell’impianto sono rimaste in servizio guardie ucraine, hanno comunicato le autorità di Kiev all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).