L’eurodeputata polacca critica Varsavia: “Per i profughi dall’Ucraina braccia aperte, per gli altri..."
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L’eurodeputata polacca critica Varsavia: “Per i profughi dall’Ucraina braccia aperte, per gli altri..."

L'eurodeputata polacca Janina Ochojska lancia un appello all'Ue: "Pressioni sul governo di Varsavia affinché ponga fine al doppio standard sul trattamento di migranti, rifugiati e richiedenti asilo"

L’eurodeputata polacca critica Varsavia: “Per i profughi dall’Ucraina braccia aperte, per gli altri..."
I profughi al confine con la Bielorussia
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23 Marzo 2022 - 18.49


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Janina Ochojska è un’eurodeputata polacca indipendente, membro del gruppo dei Popolari europei (Ppe). Si è fatta notare perché ha aspramente criticato il governo polacco sul tema della chiusura del campo profughi di Bruzgi, in Bielorussia, che stando a volontari e difensori dei diritti umani, ha causato un nuovo afflusso di migranti che cercano di entrare in Polonia attraversando le frontiere.

“Al confine tra Bielorussia e Polonia sappiamo che ci sono almeno un centinaio di profughi che rischiano di morire nelle foreste, e i volontari che cercano di aiutarli vengono perseguiti penalmente dalla giustizia polacca.

L’Unione europea deve fare pressioni sul governo di Varsavia affinché ponga fine al doppio standard sul trattamento di migranti, rifugiati e richiedenti asilo” ha detto Ochojska. 

La crisi nasce dalle tensioni tra Minsk e Unione europea e si trascina da settembre, a cui Varsavia ha risposto chiudendo e militarizzando la frontiera comune. Le ong polacche da allora accusano gli agenti di respingere indietro i profughi in piena violazione del diritto internazionale, una situazione che secondo l’eurodeputata stride con “la completa apertura delle frontiere più a sud, con l’Ucraina. Vediamo militari polacchi che aiutano la gente, e la protezione umanitaria viene data immediatamente”.

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L’errore non è qui, chiarisce Ochojska, che per le sue posizioni critiche ha dovuto difendersi dalle accuse di “filo-Putinismo” che il suo governo le ha rivolto. Il guaio è fare due pesi e due misure: “perché – si domanda – quegli stessi diritti accordati agli ucraini vengono invece negati ai profughi dalla Bielorussia, provenienti da Iraq, Siria, Yemen o Afghanistan, paesi che da anni sono colpiti da guerre e violenze come l’Ucraina oggi?”.

Quindi mette l’accento sui numeri: “Dall’Ucraina sono arrivate oltre 2 milioni di persone. Dalla Bielorussia poche centinaia. Ricordo che quando scoppiò l’emergenza al confine bielorusso, il governo polacco sigillò le frontiere spiegando che se avesse permesso ai profughi di entrare, poi sarebbero arrivati a migliaia e non era possibile accoglierli tutti. Dall’Ucraina – ribadisce – ad oggi ne sono entrati già 2 milioni”.

L’enorme macchina della solidarietà messa in campo da organizzazioni umanitarie e cittadini per accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra secondo Ochojska è occasione per il governo del primo ministro Mateusz Morawiecki di fare “propaganda”: “in realtà – continua – manca un piano strategico per dare alloggi e assistenza di lungo periodo agli ucraini, che ora pesano sui cittadini o le associazioni”, una preoccupazione sollevata anche da Amnesty international in una nota di ieri.

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L’eurodeputata segnala un’altra criticità: “L’avvio rapido delle procedure di asilo per i profughi ucraini ha causato la sospensione di quelle in corso, già molto lunghe, per gli altri extra europei”. Si tratta di coloro che attendono nei centri per migranti, “vere e proprie prigioni- denuncia ancora- sporche e sovraffollate, dove risiedono anche minori a cui non viene garantita la scuola. L’ho visto a novembre per i 400 bambini del centro di Kostrzyn”, cittadina a 300 chilometri da Varsavia. Una visita “complicata da organizzare, piena di lungaggini e rinvii.

Le autorità non fanno entrare nessuno, neanche gli avvocati”.

Ochojska stima ci siano almeno 5mila profughi in centri di questo tipo “e non va bene. Sono persone che fuggono da guerre, molti soffrono di disturbi da stress post-traumatico e questi luoghi non sono salutari. Tanti hanno tentato il suicidio, persino dei minori”.

Ma come mai l’Ue non chiede al governo di Morawiecki di proteggere queste persone? “Non conviene: Ue e Usa- risponde l’eurdeputata- sono grate che la Polonia gestisca l’esodo di ucraini”.

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Quanto ai profughi sul lato bielorusso, “l’accesso a politici, giornalisti e attivisti resta vietato. Da mesi chiediamo che sia rimossa la fascia di tre chilometri di interdizione, ma Morawiecki neanche ci risponde. Temo vogliano nasconderci molte cose”. L’europarlamentare spiega: “primo, il muro costruito per chiudere il confine, che ha causato la distruzione delle foreste vergini, e poi i boschi potrebbero essere pieni di cadaveri di chi non ha sopportato il freddo invernale, la fame, gli stenti”.

Per salvare chi oggi è bloccato tra “i fili spinati”, “dobbiamo andare al confine, infrangendo la legge”, conclude.

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