Putin faccia un passo indietro nella guerra e uno avanti per la civiltà: le dieci domande che gli vorrei fare
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Putin faccia un passo indietro nella guerra e uno avanti per la civiltà: le dieci domande che gli vorrei fare

Come fa signor Putin a non capire che il suo modo di interpretare i conflitti con i suoi paesi vicini denota una patologica arretratezza culturale che fa arretrare profondamente lei e la sua nazione nel calendario della storia?

Putin faccia un passo indietro nella guerra e uno avanti per la civiltà: le dieci domande che gli vorrei fare
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Giuseppe M. Pignataro Modifica articolo

23 Marzo 2022 - 21.40


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E’ ormai chiaro a tutti che Putin aveva pianificato la guerra contro L’Ucraina già da molto tempo ed era solo in attesa di trovare il momento migliore per agire.

Questo momento, molto probabilmente, l’ha individuato subito dopo che gli americani hanno abbandonato il campo in Afghanistan in modo imbarazzante, rivelando una sconcertante debolezza del mondo occidentale nel suo complesso.

Ha così deciso che intervenendo con un’azione militare fulminea sull’Ucraina, scatenando la sua quinta guerra da quando è al potere, avrebbe potuto continuare a realizzare i propri obiettivi espansionistici, consentendo nel contempo alla Russia di apparire come la potenza mondiale capace di imporre la propria legge e le proprie condizioni in pochi giorni su un grande paese europeo, colpevole di voler essere libero di decidere il proprio destino, diventando in tal modo una nazione ancora più temibile e rispettata.

Ora, visti i risvolti che ha preso la sua temeraria iniziativa bellica, è un dato ormai chiaro che i calcoli e le analisi poste a base della sua strategia sono risultati clamorosamente sbagliati e soprattutto molto controproducenti, sotto vari profili.

Di conseguenza, tutti si stanno chiedendo cosa c’è nella testa del signor Putin e nessuno riesce a capire veramente dove vuole arrivare. Anche perché, forse, egli stesso è ormai vittima dei propri errori di valutazione e per questo crede di essere obbligato a perpetuarli per non restarne completamente travolto.

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Sarebbe quindi opportuno porgli delle domande per riuscire a comprendere cosa c’è di logico e di comprensibile dietro ciò che ai nostri occhi appare come una enorme, tragica e psicopatica follia.

Come fa signor Putin a non capire che il suo modo di interpretare i conflitti con i suoi paesi vicini denota una patologica arretratezza culturale che fa arretrare profondamente lei e la sua nazione nel calendario della storia?

Come fa a non capire che anche se vincerà sul campo di battaglia radendo al suolo Kharkiv, Mariupol, Odessa, Kiev, ed altre città ancora, lasciando ovunque devastazione e morte, questa volta lei ed il suo paese resterete segnati da un marchio d’infamia tale da non poter consentire più alla stragrande maggioranza dei paesi del mondo di instaurare alcun rapporto di fiducia e di convivenza civile per lunghissimo tempo? 

Come fa a non capire che il suo popolo per essere forte oggi nel mondo non ha bisogno di allargare con azioni militari i propri confini ma di avere al di là dei propri confini, ovunque essi si trovino, popoli che non si sentono minacciati militarmente da un paese antidemocratico, oppressore e guerrafondaio?

Come fa a non capire che non le basterà la legge sulle cosiddette “fake news” per impedire che il suo popolo venga a conoscenza della verità su quello che sta facendo in Ucraina, rendendosi conto di quanto nocive saranno le ripercussioni per tutti i cittadini della Russia?

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Come fa a non capire che la ragione della difesa dei confini non può essere la motivazione con cui un qualunque paese democratico del mondo possa in qualche modo giustificare la sua “operazione speciale”, che di speciale ha solo il male immenso che sta infliggendo a tutto il popolo ucraino?

Come fa a non capire che il danno di immagine e di reputazione che sta facendo subire alla sua nazione la impoverirà per lungo tempo e forse irrimediabilmente?

Come fa a non capire che non siamo nell’ottocento o nel primo novecento per perseguire attraverso le guerre politiche imperialiste capaci di affermare con efficacia la supremazia su altri stati, al fine di esercitare su di loro il dominio politico ed economico? 

Come fa a non capire che non solo il Papa ma tutto il mondo considera la guerra in corso contro il popolo ucraino ripugnante e tale ripugnanza si addensa principalmente verso una persona (la sua) che si prefigge di rimanere premier a vita, senza considerare con quale dignità potrà continuare a farlo?

Come fa a non capire che si potevano e si sarebbero dovuti ricercare altri mezzi per far valere le proprie ragioni e che se individuati l’avrebbero fatta assurgere a diventare davvero un grande leader mondiale dell’era moderna, guadagnando tanta fiducia e vantaggi conseguenziali nel mondo intero, anziché far sprofondare lei ed il suo paese in un baratro terribile di ignominia?

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Insomma, caro signor Putin non ha ancora capito che comunque finirà questa guerra lei è destinato a perdere malamente in ogni caso?

Purtroppo, è evidente che lei, unico uomo al mondo al potere di una grande potenza da oltre un ventennio, tutto questo non solo non l’ha capito ma essendo ormai immerso nel suo delirio di onnipotenza è interessato unicamente a perpetuare il suo potere in eterno, usando la forza militare come la forma migliore per realizzare questo obiettivo. 

Dimenticandosi che la storia del suo stesso paese ci insegna che gli Zar sanguinari che credevano di avere sempre la fiducia del popolo, ingannavano prima di tutto se stessi, andando incontro inesorabilmente ad una brutta fine. E la storia, come lei dovrebbe sapere, spesso si ripete. 

Cominci pertanto, al più presto, a riflettere su queste domande facendo un passo indietro dalla guerra, per cominciare a fare un passo avanti verso la civiltà e per allontanare il suo popolo dal buio triste verso il quale si è incamminato per colpa sua.

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