“Nell’Fsb voci di golpe contro Putin”. È la rivelazione che un’altra talpa dei servizi segreti russi avrebbe fatto a Vladimir Osechkin, l’attivista russo che nelle ultime settimane ha reso note le tensioni crescenti interne al cerchio magico di Putin e alla resa dei conti che lo zar avrebbe intrapreso contro i servizi segreti e i vertici militari. Secondo le informazioni fornite dall’ultima gola profonda dell’Fsb, nei servizi segreti cresce il dissenso contro la guerra – e contro chi questa guerra l’ha dichiarata – al punto da rendere l’ipotesi un golpe contro lo zar non più così improbabile.
Le difficoltà militari in cui si trova l’esercito russo sono evidenti. Negli ultimi giorni, l’intelligence britannica e il Pentagono hanno confermato sia le difficoltà logistiche che le perdite sempre più numerose fra i soldati di Putin. E così, la rabbia nei confronti di chi ha condotto la Russia nel “pantano ucraino” cresce sempre di più. Secondo la talpa – che nei messaggi inviati a Osechkin si firma “nonsiamotuttisadisti” – in Ucraina sarà “peggio che in Cecenia”. Il whistleblower a fare questa dichiarazione è lo stesso che lo scorso 4 marzo ha inoltrato all’attivista russo un rapporto contenente una pevisione che non lascia spazio a dubbi: la guerra in Ucraina sarebbe stata “un fallimento completo” e avrebbe condotto il regime putiniano al collasso.
Al momento, l’avanzata militare russa procede lentamente e con importanti perdite. Ma a creare dissenso fra gli agenti segreti non è solo questo. I dirigenti dell’Fsb non avrebbero digerito il fatto di essere diventati parte del capro espiatorio scelto dallo zar per “spiegare” l’impantanamento militare. Ma i vertici dell’intelligence russa sono frustrati anche per gli effetti delle sanzioni che di fatto gli hanno reso impossibile mantenere quello stile di vita privilgiato cui erano abituati fino a un mese fa. La stabilità – reale o apparente – del regime putiniano si spiega in parte proprio su un sistema fondato su una rete di potere, corsie preferenziali e lussuosi privilegi. “Per vent’anni – racconta Osechkin al quotidiano londinese – Putin era riuscito a creare stabilità in Russia, permettendo ad agenti del servizio segreto, poliziotti, giudici, le persone all’interno del sistema, di fare la bella vita. Ma ora le sanzioni occidentali hanno messo in crisi l’economia nazionale, il valore del rublo è crollato e gli agenti dell’Fsb non vogliono tornare a vivere come ai tempi dell’Unione Sovietica”.
A creare dissenso e far pianificare un golpe sarebbe quindi proprio il risentimento più che il calcolo politico (assai improbabile una riflessione ideale). Secondo Osechkin, anche alla luce di tutte le infomrazioni che ha raccolto nelle ultime settimane grazie a queste fughe di notizie interne all’intelligence russa, gli agenti dell’Fsb sarebbero pronti a mettere in discussione il regime putiniano se necessario. “Ogni settimana e ogni mese che la guerra si prolunga, la possibilità di una ribellione nel servizio segreto aumenta”, chiosa Osechkin. E l’assenza dalla scena pubblica di un fedelissimo del cerchio magico, il ministro della Difesa Sergej Shoigu, non fa che confermare questa ipotesi. Tanto più visto che – come osserva il Times – la sua scomparsa coincide con la pubblicazione da parte della figlia di una foto in cui sia lei che il figlio indossano i colori dell’Ucraina.