Il presidente ucraina fa chiarezza in relazione ai punti sui quali potrebbe esserci un accordo con la Russia. Neutralità dell’Ucraina, status non nucleare. Compromesso sul Donbass ma no alla smilitarizzazione del paese. Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, in un’intervista ai media della Russia indica i parametri per porre fine alla guerra.
Nell’intervista, Zelensky accusa anche Vladimir Putin di prolungare la guerra, ritardando i negoziati di pace. Il video della lunga intervista, un’ora e mezza, è stato pubblicato dal portale indipendente Meduza, dopo che l’autorità russa per i media Roskomnadzor aveva vietato alle testate dei giornalisti che avevano partecipato – tra i quali Kommersant e Novaya Gazeta – di pubblicare l’intervista.
“Vogliamo ridurre il più possibile il numero delle vittime, la durata della guerra, vogliamo che le truppe si ritirino nelle posizioni precedenti all’attacco”, dice Zelensky offrendo allo stesso tempo “un compromesso sulla difficile questione del Donbass”. “Non ci siederemo per niente al tavolo se tutto quello di cui vogliono parlare è demilitarizzazione o denazificazione, per noi sono cose incomprensibili”, chiarisce, sottolineando comunque di non essere “contrario” ai colloqui con i russi “concesso che ci siano risultati”.
“Capisco che è impossibile obbligare la Russia a liberare totalmente i territori ucraini perché porterebbe la terza mondiale, lo comprendo perfettamente – afferma – ma dico che questo è un compromesso: tornino dove tutto è iniziato e cerchiamo di risolvere la difficile questione del Donbass”.
Zelensky si dice pronto ad un nuovo scambio di prigionieri dopo quello del 24 marzo: “Si stanno preparando le liste, abbiamo i dati di tutti i militari catturati”. Disponibilità ad accordi per il riconoscimento della lingua russa in Ucraina: “Sono sicuro che i tema della lingua sarà al centro dell’agenda” dei negoziati.
Il presidente si sofferma in particolare sul dramma della città di Mariupol. “E’ una catastrofe umanitaria, perché è impossibile portare cibo, acqua medicine, i militari russi bombardano i convogli umanitari, uccidono gli autisti”, dice denunciando la “rimozione forzata di persone” verso la Russia, in particolare di 2mila bambini.
“La realtà è questa, la città è completamente bloccata dall’esercito russo, tutti gli ingressi e le uscite dalla città di Mariupol sono bloccate, il porto è minato”, dice Zelensky ribandendo che la “catastrofe umanitaria all’interno della città è inequivocabile”. Riguardo alle deportazioni in Russia, afferm che “secondo le nostre informazioni, oltre 2mila bambini sono stati portati via, vuol dire rubati. L’esatta destinazione è sconosciuta. Sono sia con che senza genitori”. “E’ un disastro, è spaventoso, di trattengono come anime per uno scambio. Per farvi capire come è la città, ci sono cadaveri sulle strade, sui marciapiedi – conclude – i corpi sono semplicemente abbandonati, nessuno li rimuove, soldati russi e cittadini ucraini”.