Ha indossato un piumino con la scritta sulla schiena “Ogni vita umana non ha prezzo” e ha caricato su un furgone buste di abiti e scarpe da donare ai profughi ucraini ospitati nella regione di Kaluga, in Russia. Marina Ovsyannikova, protagonista del blitz in diretta tv sul Primo Canale russo per dire no alla guerra in Ucraina, ha smesso i panni della giornalista per indossare quelli della volontaria.
Non senza polemica. Raccontando, infatti, l’esperienza di raccolta di donazioni tra amici e vicini di casa e di consegna dei beni nel sanatorio di Zvezdny, la Ovsyannikova riferisce che non è riuscita ad entrare nella struttura, neanche senza telecamere, e che il direttore del sanatorio, prima interpellato per sapere di cosa avesse bisogno, nel faccia a faccia le ha detto di avere tutto e di poter ricevere solo oggetti nuovi. Quelli usati sarebbero stati consegnati alla Croce Rossa.
“Ho solo poche foto rimaste di questo viaggio – ha raccontato la reporter sul suo canale Telegram. – Ai giornalisti che hanno viaggiato con me è stato vietato di pubblicare video. Ma spero davvero che tutte le nostre cose alla fine raggiungano i bisognosi”. “E’ un peccato – ha concluso – non aver potuto parlare con gli ucraini e trasmettere loro di persona parole di sostegno e amore”.