È sabato 2 aprile. Alcuni soldati russi entrano in un ufficio di spedizioni in Bielorussia per inviare televisioni, vestiti, casse audio e tavoli in Russia: a riprenderli sono le telecamere della Cdek, un corriere russo che lavora anche sulle lunghe distanze. Secondo Hajun Project, un gruppo di volontari bielorussi anonimi che ha pubblicato sul suo sito il filmato, tra gli oggetti che stavano per essere inviati c’erano anche beni razziati dalle case razziate a Bucha, città della strage ucraina.
I colli inviati dai militari, svela il collettivo Hajun Project, pesano fra i 50 e i 450 chilogrammi, per un totale di due tonnellate. Ad essere rivelati sono anche i nomi, i numeri di telefono e il contenuto dei pacchi di quei soldati. Come riporta Repubblica sono gli stessi razziatori di case ucraine a compilare in autonomia, davanti alla telecamera dell’ufficio spedizioni, un registro delle loro razzie:
“Kovalenko Yevgeny Yevgenievich manda 450 chilogrammi di attrezzi, casse audio, un tavolo, una tenda e altro” a casa sua a Rubtsovsk. “Serdtsev Andrei Nikolayevich manda 150 chilogrammi di attrezzi, vestiti e un televisore”.
Nella lista ci sono sedici nomi di soldati russi ma, scrive il quotidiano, “c’è da considerare che si tratta di una registrazione di sole tre ore in un ufficio spedizioni qualsiasi. È lecito supporre che la stessa scena si sia ripetuta altrove, per giorni, con altri corrieri”.