Bavaglio e repressione mentre i propagandisti putiniani vanno in giro per il mondo a denunciare mancanza di democrazia: il capo del Comitato russo per la prevenzione della tortura ha annunciato oggi di aver sciolto l’organizzazione dopo che era stata etichettata come «agente straniero» dalle autorità, designazione che ha definito un «insulto».
«Non vogliamo continuare a lavorare essendo etichettati come `agenti stranieri´. Consideriamo questo termine un insulto e una calunnia», ha detto Sergei Babinets su Telegram, aggiungendo che lo scioglimento della Ong è stato deciso ieri dai suoi membri.
«Nonostante l’ovvia importanza della nostra missione, le autorità hanno cercato per molti anni di ritrarla come straniera e dannosa – ha spiegato -. Le autorità stanno inviando un segnale che la tortura sta diventando (o è già diventata) una parte della politica del governo».
Il Comitato per la prevenzione della tortura, fondato nel 2000, si batte per costringere le autorità a indagare sui maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza e ad adottare misure. Il suo lavoro ha riguardato tra l’altro anche la situazione in Cecenia.