Il bavaglio di Putin colpisce ancora: la giornalista moscovita Marina Ovsyannikova è stata fermata dalle forze dell’ordine russe in base alla legge che punisce con pene detentive fino a 15 anni la divulgazione di false informazioni sulle forze armate del paese.
A darne notizia è stato Dmitry Zakhvatov, legale del gruppo per i diritti civili Ovd-Info, dopo che era stata data notizia delle perquisizioni effettuate oggi nell’abitazione della cronista e che la stessa Ovsyannykova aveva postato su Telegram la notizia del raid condotto da dieci ufficiali della Commissione di indagini della Federazione russa, denunciando un’operazione che aveva intimorito la figlia piccola.
Ovsyannikova ha collegato il raid alla sua protesta dello scorso mese, in cui aveva mostrato in tv un cartello in cui accusava Vladimir Putin di essere un «assassino».