Ritrovato in fondo al mare un bimbo migrante ancora abbracciato alla mamma, il soccorritore: "Ci ha spezzato il cuore"
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Ritrovato in fondo al mare un bimbo migrante ancora abbracciato alla mamma, il soccorritore: "Ci ha spezzato il cuore"

Erano annegati quattro mesi fa dopo aver tentato un viaggio della disperazione verso le coste italiane

Ritrovato in fondo al mare un bimbo migrante ancora abbracciato alla mamma, il soccorritore: "Ci ha spezzato il cuore"
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2 Settembre 2022 - 11.28


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“C’era una donna giù in fondo al mare, il cui corpo è rimasto incastrato a metà fuori da un oblò, mentre teneva in braccio suo figlio, ci ha spezzato il cuore”, ha raccontato il soccorritore.

Un bimbo ancora abbracciato a ciò che resta delle braccia della madre. È quanto avvistato in fondo al mare da uno dei partecipanti alle operazioni di soccorso, che si sono concluse senza risultato nel nord del Libano, di oltre 30 corpi di migranti libanesi e siriani annegati quattro mesi fa dopo aver tentato un viaggio della disperazione verso le coste italiane. Erano su un’imbarcazione che trasportava più di 85 migranti e che il 24 aprile scorso affondò.

Una quarantina di persone, per lo più donne e bambini, rimasero intrappolate nell’imbarcazione e non riuscirono a mettersi in salvo. Le operazioni di recupero, cominciate nei giorni scorsi sotto il formale coordinamento della Marina militare libanese, sono stare organizzate con mesi di ritardo da una iniziativa privata, con una raccolta di fondi gestita in parte da una rete di familiari delle vittime, presenti per lo più in Australia. Dopo alcuni tentativi, durante i quali i resti di alcune persone sono stati portati in superficie disfacendosi sotto gli occhi dei soccorritori, la marina libanese ha informato l’organizzazione non governativa australiana AusRelief dell’impossibilità di continuare per non meglio precisati “rischi di sicurezza”.

Leggi anche:  La tragedia dei libanesi prigionieri in Siria: sofferenza, silenzi e lotta per la libertà

I circa 30 corpi non recuperati, tra cui quello della giovane donna e di suo figlio, sono quindi destinati a rimanere in fondo al mare. Alcuni superstiti avevano accusato i militari libanesi di aver appositamente speronato la nave, ma la marina ha smentito la circostanza. Gli avvocati dei familiari delle vittime chiedono che venga aperta un’inchiesta internazionale, visto che quella libanese è di fatto archiviata. Si sperava che il recupero dell’imbarcazione potesse fornire indicazioni agli inquirenti.

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