Sale a 16 il numero dei morti per il naufragio di due barche nelle acque territoriali della Grecia. La guardia costiera ha detto che i 16 corpi, tutti di giovani donne africane, sono stati recuperati durante la notte vicino all’isola orientale di Lesbo dopo che un gommone che trasportava circa 40 persone è affondato. Nove donne sono state salvate, mentre si ritiene che altri 15 migranti siano dispersi.
«Le donne che sono state salvate erano in preda al panico, quindi stiamo ancora cercando di capire cosa è successo», ha detto alla televisione di stato il portavoce della guardia costiera Nikos Kokkalas. «Le donne provenivano tutte da paesi africani, ed hanno dai 20 anni in su. C’è una ricerca in corso a terra oltre che in mare e speriamo che i sopravvissuti siano riusciti a sbarcare». Il secondo salvataggio è stato lanciato diverse centinaia di chilometri a ovest, al largo dell’isola di Kythira, dove una barca a vela ha colpito delle rocce ed è affondata. Kokkalas ha detto che 80 persone sono state salvate mentre è proseguita la ricerca di altre 15 ritenute ancora disperse. «Tutti i residenti sono scesi al porto per cercare di aiutare», ha detto all’Associated Press Martha Stathaki, una cittadina locale. «Potevamo vedere la barca schiantarsi contro le rocce e le persone che si arrampicavano su quelle rocce per cercare di salvarsi». Kythira si trova a circa 400 chilometri a ovest della Turchia e su una rotta spesso utilizzata dai trafficanti per aggirare la Grecia e dirigersi direttamente in Italia.
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