Midterm, cosa sono le elezioni di metà mandato e perché sono così importanti?
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Midterm, cosa sono le elezioni di metà mandato e perché sono così importanti?

Le elezioni Midterm, come dice lo stesso termine, sono le cosiddette elezioni di metà mandato della presidenza degli Stati Uniti d’America.

Midterm, cosa sono le elezioni di metà mandato e perché sono così importanti?
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9 Novembre 2022 - 09.41


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Le elezioni di Midterm del 2022 saranno ricordate fra l’altro anche come quelle delle “prime volte”. I casi più clamorosi sono quelli della prima governatrice lesbica, la democratica Maura Haley, 51 anni, che guiderà il Massachussetts, e del primo governatore afroamericano in Maryland, il democratico quarantacinquenne Wes Moore.

Ma c’è anche il primo esponente della cosiddetta “generazione Z”, il neo deputato venticinquenne democratico Maxwell Frost, di origine cubana, superstite di una mattanze collettiva a colpi di fucile e attivista anti-armi.

In Alabama è stata eletta la prima senatrice donna, la repubblicana quarantenne Katie Britt, e in Arkansas la prima governatrice donna Sarah Huckabee Sanders, 40 anni, ex portavoce della Casa Bianca al tempo di Donald Trump. Markwayne Mullin, repubblicano di 59 anni, è il primo senatore nativo americano in Oklahoma da 100 anni, e Becca Balint, democratica 54enne, è la prima donna eletta alla Camera nel Vermont. 

Quello di martedì 8 novembre 2022 è uno degli election day più importanti negli Stati Uniti, quello che porta al rinnovo del Congresso americano con oltre migliaia di incarichi statali da assegnare. Un voto che arriva a metà mandato della presidenza di Joe Biden alla Casa Bianca, un ritorno alle urne per gli americani che sa di pagella per l’attività di governo democratica che trema al solo pensiero di un ritorno alla carica dei repubblicani.

Gli scenari in vista del voto sono diversi e molteplici, pronti a mischiarsi l’uno con l’altro rendendo l’esito del voto incerto da una parte e “sfavorevole” a Biden dall’altra. Infatti col rinnovo del Congresso, tra i 435 seggi della Camera e i 35 del Senato, il presidente potrebbe perdere la maggioranza in almeno uno dei due rami del parlamento.

Le elezioni Midterm, come dice lo stesso termine, sono le cosiddette elezioni di metà mandato della presidenza degli Stati Uniti d’America. Si svolgono quindi ogni quattro anni e nel 2022, nello specifico, si piazzano all’interno del secondo anno di mandato del presidente americano Joe Biden.

Le elezioni dell’8 novembre determineranno il 118° Congresso degli Stati Uniti e saranno le prime dopo la nuova redistribuzione dei seggi decisa in base ai dati demografici fissati dal censimento del 2020. In occasione di questa tornata elettorale i cittadini americani sono chiamati a rinnovare gran parte del Congresso, determinando così il destino dell’agenda della Casa Bianca nei due anni successivi, prima delle nuove elezioni presidenziali, ma anche per rinnovare le assemblee elettive, eleggere i governatori (in 36 Stati su 50) ed esprimersi su una serie di referendum, come quelli sulle armi semiautomatiche e sull’uso della marijuana in Wisconsin, sui diritti dei lavoratori in Illinois, sul fisco in Georgia.

Come detto, il grande giorno per le elezioni di metà mandato è quello di martedì 8 novembre 2022, ma non è l’unica data nella quale gli americani possono esprimere il proprio voto. Infatti in diversi hanno deciso per il voto in largo anticipo attraverso i sistemi elettronici che negli anni sono stati implementati per cercare di aggirare problemi di hackeraggio e guai nei conteggi. Nel corso degli anni sempre meno americani hanno però deciso di votare a distanza: nel 2016 il 22%, nel 2020 meno del 9%. A questo giro, dati alla mano, sembrerebbe che solo il 5% voterà a distanza.

Ma perché queste elezioni sono così importanti? Come detto sono votazioni che andranno a ridisegnare il Congresso, l’organo che propone e approva leggi che hanno una ricaduta nazionale. La Camera decide quali leggi portare avanti, mentre l’altra ala del parlamento (il Senato) può decidere se bloccarle o approvarle, ma anche ratificare o bocciare le nomine, come quelle dei giudici della Corte Suprema, fatte dal presidente degli Stati Uniti. Il Senato, inoltre, può anche mettere in stato d’accusa il presidente e discuterne l’impeachment.

A oggi la situazione alla Camera è di controllo democratico, ma con una maggioranza ridotta con 220 seggi a favore e 212 affidati ai repubblicani. Al Senato la situazione è ancora più in equilibrio, un 50 a 50, ma con il voto della vicepresidente Kamala Harris che può spezzare lo stallo e avere un peso decisivo.

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