Eva Kaili: chi è la vice-presidente dell'Europarlamento arrestata per corruzione
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Eva Kaili: chi è la vice-presidente dell'Europarlamento arrestata per corruzione

Kaili è stata espulsa dal partito Pasok per decisione del presidente Nikos Androulakis. Il gruppo dei Socialisti e Democratici l’ha sospesa. Nella sua casa sacchi di banconote per favorire il Qatar

Eva Kaili: chi è la vice-presidente dell'Europarlamento arrestata per corruzione
Eva Kaili
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10 Dicembre 2022 - 12.15


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Eva Kaili, considerata un volto fresco della sinistra europea e ora finita nella bufera della corruzione. La vicepresidente graca del Parlamento Europeo, è una degli europarlamentari arrestati nell’inchiesta sulla corruzione dal Qatar. L’arresto ha seguito segue il fermo di altri quattro sospetti. Tra questi l’ex eurodeputato socialista Antonio Panzeri e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati Luca Visentini.

Kaili è stata espulsa dal partito Pasok per decisione del presidente Nikos Androulakis. Il gruppo dei Socialisti e Democratici l’ha sospesa. La polizia ha apposto i sigilli ai suoi uffici, così come a quelli di Tarabella. Il suo compagno, Francesco Giorgi, è stato fermato nello stesso filone d’indagine.

Eva Kaili, nata a Salonicco il 26 ottobre 1978, fa parte del Movimento Socialista Panellenico. È entrata all’Europarlamento nel 2014. Dal 2004 al 2007 era stata giornalista per Mega Channel. È stata la più giovane deputata del Pasok eletta nel 2007.

 Kaili ha deleghe dalla responsabilità sociale d’impresa all’informatica e alle telecomunicazioni. E sostituisce la presidente Roberta Metsola nei contatti con le associazioni imprenditoriali europee, anche con il Medio Oriente.

Nel novembre aveva difeso in aula i progressi del Qatar nell’ambito dei diritti. «Oggi i Mondiali in Qatar sono la prova, in realtà, di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Io da sola ho detto che il Qatar è all’avanguardia nei diritti dei lavoratori. Nonostante le sfide che persino le aziende europee stanno negando per far rispettare queste leggi, si sono impegnati in una visione per scelta e si sono aperti al mondo. Tuttavia, alcuni qui stanno invitando per discriminarli. Li maltrattano e li accusano di corruzione chiunque parli con loro o si impegni nel confronto. Ma comunque, prendono il loro gas. Tuttavia, hanno le loro aziende che guadagnano miliardi lì», aveva detto a Strasburgo.

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