La rappresaglia di Putin che usa l’energia come arma per piegare l’Europa e chi si oppone alla guerra in Ucraina.
La Russia bloccherà le esportazioni di petrolio verso i Paesi che utilizzano il price cap a partire dal primo febbraio. E’ stato il presidente Vladimir Putin a firmare il decreto contenente le misure di ritorsione al tetto del prezzo imposto dall’Unione europea al prezzo del petrolio di Mosca. Le esportazioni verso questi Stati saranno possibili solo sulla base di una decisione speciale del leader del Cremlino.
La risposta al price cap – Il decreto firmato da Putin è dunque una risposta all’introduzione del tetto sul prezzo per il petrolio russo. Il documento, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale russa, afferma che i provvedimenti vengono introdotti “in relazione alle azioni ostili e contrarie al diritto internazionale degli Stati Uniti, dei Paesi stranieri e delle organizzazioni internazionali che si sono unite a loro” per proteggere gli interessi nazionali della Federazione Russa.
Gli acquirenti stranieri – Il presidente ha così vietato le forniture di petrolio e prodotti petroliferi dalla Russia a coloro che prescrivono il tetto sul prezzo nei contratti. Inoltre, Putin ha vietato le forniture di petrolio agli acquirenti stranieri nei casi in cui il contratto utilizzi un meccanismo per fissare il prezzo limite. Il divieto entrerà in vigore dal primo febbraio 2023 e sarà valido fino al primo luglio dello stesso anno. Le forniture di petrolio e prodotti petroliferi russi ai Paesi che hanno introdotto il tetto sui prezzi saranno possibili solo sulla base di una decisione speciale del capo dello Stato russo.