Una svolta dopo gli anni oscuri di Bolsonaro, nemico dell’ambiente. Il neo eletto presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva ha nominato ministra dell’Ambiente l’attivista per l’Amazzonia Marina Silva, già ministra con lo stesso incarico durante la maggior parte dell’ultima presidenza di Lula, dal 2003 al 2010.
Lo ha annunciato la stessa Silva oggi in un messaggio ai suoi sostenitori. L’annuncio indica che la nuova amministrazione darà priorità alla lotta contro la deforestazione illegale nell’Amazzonia, anche se ciò significa scontrarsi con i potenti interessi del settore agroalimentare. Silva è nata in Amazzonia e da adolescente ha lavorato come raccoglitrice di gomma. Come ministro dell’Ambiente ha supervisionato la creazione di decine di aree di conservazione e una sofisticata strategia contro la deforestazione, con importanti operazioni contro i criminali ambientali e una nuova sorveglianza satellitare. Ha anche contribuito a progettare il più grande sforzo internazionale per preservare la foresta pluviale, il Fondo per l’Amazzonia, sostenuto principalmente dalla Norvegia, grazie al quale la deforestazione è diminuta drasticamente.
Sia Luiz Inacio Lula da Silva che Marina Silva hanno partecipato alla recente conferenza delle Nazioni Unite sul clima in Egitto, dove Lula ha promesso alle folle acclamanti «zero deforestazione» in Amazzonia, la più grande foresta pluviale del mondo e una chiave per combattere il cambiamento climatico, entro il 2030. Non ci sarà sicurezza climatica se l’Amazzonia non sarà protetta”, ha detto. La scelta di Silva sottolinea questo impegno, ma potrebbe minare le sue prospettive di governabilità, dato che molti operatori del settore agroalimentare e legislatori associati non sopportano Marina Silva.