Arata Isozaki è morto a 91 anni, l’archistar e “l’imperatore dell’architettura giapponese” aveva vinto il Premio Pritzker nel 2019. Tra le sue opere più celebri, spiccano il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles e il Palau Sant Jordi di Barcellona per i Giochi del 1992. In Italia, l’archistar disegnò la Torre Allianz (il “Dritto”) di Milano assieme all’italiano Andrea Maffei, il Palasport Olimpico di Torino e firmò il progetto per la Loggia degli Uffizi, mai realizzata.
Oltre al Pritzker, considerato il “Nobel dell’Architettura”, Isozaki vinse nel 1996 il Leone d’Oro alla Mostra internazionale di architettura di Venezia. Durante la sua brillante carriera ha progettato più di cento edifici tra Asia, Europa, America e Australia. La conferma della sua comparsa, avvenuta a Tokyo, è stata data un portavoce del suo studio di Barcellona.
Grande architetto anche dal punto di vista teorico, Isozaki ha decisamente rivoluzionato il pensiero architettonico in Giappone e nel mondo. Ha partecipato con grande impegno al processo di ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, contribuendo alla radicale modernizzazione del suo Paese. Scevra da influenze oppressive e quasi profetica per quelle che sarebbero diventate nuove tendenze, la sua architettura appare eterogenea, spaziando dalla sperimentazione estrema al gusto storicizzante per la citazione. Il tutto creando un ponte fra tradizione orientale e occidentale.
La scomparsa di Isozaki è stata commentata, tra gli altri, anche dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt. “Apprendo con sommo dispiacere della scomparsa di Arata Isozaki, grande architetto del XX secolo di fama internazionale. Il suo linguaggio astratto e limpido era in parte ispirato dalla sua profonda conoscenza dell’architettura rinascimentale italiana”.