Quale dialogo può esserci tra chi ha illegalmente invaso e annesso territori di uno stato sovrano e chiede come condizione l’accettazione delle azioni illegali? Questo significa non volere la pace ma la capitolazione dell’avversario e il riconoscimento delle prepotenze.
Nel loro colloquio telefonico, il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito al collega turco Recep Tayyip Erdogan «la disponibilità di Mosca al dialogo sull’Ucraina, se Kiev soddisferà le condizioni note e terrà conto delle nuove realtà territoriali».
Lo riferisce il Cremlino, riportando i contenuti della conversazione.
Il colloquio Erdogn
l centro della telefonata fra Erdogan e Putin ci sono stati «le relazioni Turchia-Russia, in particolare l’energia, come pure questioni regionali, la guerra fra Russia e Ucraina e la Siria», riferisce la presidenza in un comunicato.
«Sottolineando che si è rafforzato e si continua a rafforzare l’infrastruttura per stabilire un hub di gas naturale in Turchia, il presidente Erdogan ha dichiarato che punta a completare la roadmap su questa questione al più presto e ad adottare passi concreti», prosegue la nota, che passa poi alla parte relativa al conflitto in Ucraina.
«Ricordando che sono stati testimoni di risultati positivi dei negoziati sulla guerra Russia-Ucraina in iniziative come i corridoi del grano, scambio di prigionieri e zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, il presidente Erdogan ha detto che gli appelli per la pace e i negoziati dovrebbero essere supportati da un cessate il fuoco unilaterale e una visione per una soluzione equa», afferma la presidenza turca.