L’ex ministro della Giustizia del Brasile, Anderson Torres, di cui è stato chiesto l’arresto nell’ambito delle indagini per gli atti golpisti di domenica a Brasilia, rientrerà nel Paese per consegnarsi alla polizia.
«Ho ricevuto la notizia che il magistrato Alexandre de Moraes ha ordinato la mia detenzione e ha autorizzato la perquisizione della mia residenza. Ho deciso di interrompere le mie vacanze e di tornare in Brasile per presentarmi in tribunale e difendermi», ha dichiarato Torres su Twitter. De Moraes, membro della Corte suprema e capo del Tribunale elettorale superiore (Tse), ha ordinato l’arresto di Torres, l’ultimo ministro della Giustizia del governo di Jair Bolsonaro (2019-2022). Torres era il neo-segretario alla sicurezza del Distretto Federale di Brasilia quando migliaia di sostenitori radicali di Bolsonaro hanno invaso e vandalizzato le sedi del Parlamento, della Presidenza e della Corte Suprema in un tentativo di colpo di Stato.
«Ho sempre pianificato le mie azioni in base all’etica e alla legalità. Credo nella giustizia brasiliana e nella forza delle istituzioni. Sono sicuro che la verità prevarrà», ha dichiarato Torres dagli Stati Uniti, dove si trova in vacanza. Torres è stato rimosso dall’incarico quella stessa domenica dal governatore di Brasilia, Ibaneis Rocha, che poche ore dopo è stato anche temporaneamente rimosso dalle sue funzioni, per ordine dello stesso De Moraes, per il presunto mancato arresto dell’orda pro-bolsonaro. Lo stesso giudice che ha ordinato l’arresto di Torres ha ordinato anche l’arresto dell’ex comandante della Polizia Militare di Brasilia, Fa’bio Augusto Vieira, in risposta a una richiesta della Procura Generale dello Stato.
Il tentativo di colpo di Stato contro il presidente in carica Lula ha portato finora all’arresto di 1.500 persone, delle quali 599 sono state rilasciate per «motivi umanitari».