“Non c’è una opinione unitaria su questa questione. La sensazione che ci sia una coalizione compatta determinata e la Germania sia un ostacolo è sbagliata”.
Lo ha detto il neo ministro della Difesa Boris Pistorius, a margine del vertice di Ramstein, in uno statement in cui ha citato la questione dei Leopard, dibattuta sul tavolo del gruppo di contatto per l’Ucraina.
Non tutti sanno che la Germania è la terza potenza occidentale che invia più armi all’Ucraina. Dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, Berlino, spesso accusata di non aver fatto abbastanza per sostenere Kiev, ha inviato aiuti di diversa natura per un totale di 5,45 miliardi di dollari.
In un’epoca in cui è più importante come lo dici che cosa fai la totale assenza di capacità comunicativa del cancelliere Scholz -che non gode neppure dell’autorevolezza e della leadership indiscussa della sua predecessora Merkel- ha convinto l’opinione pubblica europea e non solo, che i tedeschi facciano meno di tutti gli altri in questo conflitto. Assolutamente falso!
Semplicemente ciò che passa nell’informazione è questa eccessiva insicurezza del governo guidato dal Partito Socialdemocratico.
Altra questione da chiarire: l’Ucraina ha già ricevuto più di 230 carri armati da Polonia e Repubblica Ceca. Ma si trattava di vecchi mezzi T-72 di produzione sovietica.
Ovviamente in un anno di conflitto la gran parte di questi carri sono stati distrutti. Ha dunque bisogno urgente di nuovi tanks e questa volta molto più sofisticati, se vuole respingere la nuova offensiva russa. I Leopard 2 di fabbricazione tedesca sono l’unica soluzione possibile. Questi carri armati di ultima generazione, sono ritenuti i corazzati più efficienti del mondo. Tutto semplice se per averli però non ci fosse l’obbligo dell’approvazione da parte della Germania.
I Leopard (1-2-3) sono in dotazione anche in altri Paesi. Quindi vi starete chiedendo: perché non chiederli alla Polonia per esempio? Per un motivo molto semplice: nessuno Stato può cedere i propri tanks senza l’approvazione del Paese che li ha prodotti: cioè in questo caso, appunto, Berlino.
I Tanks tedeschi (chiamati ‘amichevolmente Leo, dai soldati) sono dunque fondamentali, così fondamentali che proprio per questo motivo hanno fatto impantanare la Germania in un dubbio amletico. Se i Leopard (come viene affermato dai generali di tutto il mondo) sono realmente in grado di cambiare le sorti della guerra, al punto da poter addirittura riconquistare il Donbass caduto (illegalmente) in mano russa, pensate alla responsabilità nelle mani di un cancelliere come Scholz, non sicuro caratterialmente per natura (che guida un partito pacifista) e che vede il pericolo di una escalation militare su scala mondiale e un necessario intervento della Nato.
Per dirla in soldoni: inviare un’arma letale per l’esercito russo non significa necessariamente vincere la guerra. Potrebbe significare molto più probabilmente mettere all’angolo lo zar Putin con tutto ciò che questo consegue.
Ma non è finita qui. Il produttore tedesco dei famosi tanks, Rheinmetall avverte: la consegna dei Leopard 2 a Kiev (se arrivasse il via libera di Berlino) potrebbe avvenire non prima del 2024.
Perché? Perché un carro armato fermo deve essere ‘riparato’. Non può essere inviato al fronte senza una puntuale manutenzione. Dunque se anche arrivasse in questo istante l’ok tedesco, passerebbero mesi prima del loro arrivo al fronte. Solo una decina di carri polacchi sarebbero in grado già di combattere. Ma ne servono molti di più. E Rheinmetall non inizierà le riparazioni prima di sapere con certezza che verrà pagato.
Per tutti questi motivi una fonte vicina al governo tedesco ieri ha detto che daranno l’autorizzazione se lo farà anche Whashington.
Interessante la dichiarazione della portavoce del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Karine Jean-Pierre: “Il presidente ritiene che ogni paese dovrebbe prendere le proprie decisioni sovrane su quali misure di assistenza alla sicurezza e quali tipi di attrezzature sono in grado di fornire all’Ucraina”.
Ma oggi a Ramstein arriva subito la smentita di Berlino: l’eventuale consegna all’Ucraina dei carri armati Leopard 2 di produzione tedesca non è legata alla fornitura da parte statunitense dei carri armati M1 Abrams. Lo ha chiarito un portavoce del governo Steffen Hebestreit: “In alcun momento c’è stato un legamento o una richiesta che una delle due cose debba avvenire perché l’altra possa succedere”.
Hebestreit ha fatto presente di “ritenere difficile immaginare un cancelliere tedesco dettare condizioni o fare richieste a un presidente americano”.
Insomma, la questione è molto più semplice di quello che sembra: se scatterà la terza guerra mondiale, la Germania vuole evitare di essere nuovamente la responsabile come nei due casi precedenti. O almeno non vuole esserlo sa sola.