Un fascista omofobo nemico della scienza e nemico del pianeta: il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva , ha accusato l’amministrazione di estrema destra di Jair Bolsonaro di aver commesso un genocidio contro il popolo yanomami dell’Amazzonia, tra l’indignazione pubblica per una catastrofe umanitaria nel più grande territorio indigeno del paese.
Sabato Lula ha visitato lo stato amazzonico di Roraima per denunciare la difficile situazione degli Yanomami, le cui terre protette sono in crisi per l’incuria del governo e l’esplosione delle attività minerarie illegali.
“Più che una crisi umanitaria, quello che ho visto a Roraima è stato un genocidio. Un crimine premeditato contro gli Yanomami, commesso da un governo insensibile alle sofferenze del popolo brasiliano”, ha twittato Lula domenica, un giorno dopo aver visitato una clinica sovraffollata per pazienti Yanomami nella capitale di Roraima, Boa Vista.
L’inchiesta penale
Il ministro della Giustizia e della Pubblica sicurezza, Flavio Dino (Psb), ha ordinato l’apertura di un’indagine sui reati di genocidio e crimini ambientali nella regione del popolo Yanomami, nello stato del Roraima.
Ieri il presidente Luiz Inacio Lula da Silva si era recato nel Roraima per affrontare l’emergenza della popolazione indigena colpita da una gravissima crisi sanitaria, alimentare e ambientale causata in larga parte dall’invasione dei garimpeiros, i minatori e cercatori d’oro illegali, favoriti dalle iniziative politiche del governo Bolsonaro.
Lula, che ha firmato un decreto che istituisce un comitato di coordinamento nazionale che avrà 90 giorni di tempo per discutere azioni a sostegno degli Yanomami, era accompagnato da Dino, e dalla ministra per i Popoli indigeni Sonia Guajajara.
Venerdì il ministero della Salute aveva dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica di importanza nazionale.