La Russia spinge sull’acceleratore nei rapporti con i paesi africani in vista del summit di San Pietroburgo di luglio. Il ministro degli esteri Sergej Lavrov è sbarcato ieri in Sudafrica come prima tappa del suo tour che toccherà anche il Botswana e l’Angola, nonché il piccolo regno di Eswatini.
La prima tappa è quasi d’obbligo visto che nel mese di febbraio è stata annunciata una esercitazione navale congiunta con il Sudafrica, appunto, la Russia e la Cina. Esercitazione che ha scatenato numerose polemiche soprattutto da parte dei paesi occidentali. L’Africa, ormai da tempo, è terreno di scontro tra Est e Ovest del mondo, scontro che si è intensificato, ancora di più dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il Sudafrica è un “antico” alleato della Russia, la cooperazione tra i due paesi dura da 30 anni e nel contesto geopolitico internazionale, il paese dell’Africa australe è ancora piu’ importante per Mosca, visto che è stato uno, tra i numerosi paesi dell’Africa, che si è astenuto dal condannare l’invasione russa dell’Ucraina.
Partendo proprio da questo dato, la Russia prosegue nella sua azione di “seduzione” del continente africano. Lavrov torna nel continte africano dopo un tour nel luglio del 2021 e già la settimana prossima, con molta probabilità, dovrebbe far visita ad altri paesi: Marocco, Tunisia e Mauritania. Quest’ultimo paese suscita particolare interesse per Mosca. Un recente rapporto russo evoca la possibilità che la Mauritania diventi il nuovo fronte della Nato in Africa proprio per contrastare l’influenza russa nel Sahel.
Il rapporto è stato redatto da Nikolai Dimitrievich Plotnikov, direttore del Centro di informazione scientifica e analitica dell’Istituto di studi orientali dell’Accademia delle scienze russa. L’autore del rapporto sostiene che dopo il fallimento delle “missioni di mantenimento della pace in Mali, l’alleanza della Nato dovrebbe rafforzare la sua presenza in Mauritania, per contrastare la presenza russa nella regione”.
Il rapporto, inoltre, indica che il crescente valore geostrategico della Mauritania per la Nato aumenta con l’importanza del paese come produttore ed esportatore di gas naturale.
La missione africana di Lavrov, per tornare al Sudafrica, non poteva che iniziare da qui. A quasi un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, il Sudafrica non si è dissociato dalla sua posizione inziale. Pretoria continua a definirsi neutrale e rifiuta di parlare di “invasione russa”.
Tutto ciò fa molto piacere a Lavrov che infatti commenta: “Vorrei salutare il Sudafrica per la sua posizione di principio, rispetto la sua apertura e il suo rapporto responsabile”. Le manovre militare congiunte con Cina e Russa, per l’occidente, sono la vera pietra dello scandalo. Il ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor, invece, ha difeso la decisione del Sudafrica di tenere un’esercitazione navale congiunta il mese prossimo, al largo della costa orientale del Paese africano.
“Tutti i Paesi conducono esercitazioni militari con amici in tutto il mondo, non dovrebbe esserci alcun obbligo per nessun Paese a non condurle con altri partner. Fa parte di un corso naturale delle relazioni tra i Paesi”, ha detto Pandor, specificando che le nazioni africane devono resistere al doppio standard imposto “da altri paesi che dicono quello che faccio va bene per me, ma tu non puoi farlo perchè sei un paese in via di sviluppo. Quando sono gli altri a manovrare va tutto bene, ma se purtroppo sei un paese in via di sviluppo o africano, beh non dovresti farlo. Questo si chiama abuso delle pratiche internazionali“.
Alla fine della scorsa settimana, pochi giorni prima dell’arrivo di Lavrov, il Sudafrica aveva annunciato che avrebbe tenuto esercitazioni navali congiunte con Russia e Cina, annuncio che ha attirato critiche contro il governo sudafricano da parte di tutto il mondo occidentale, in particolare degli americani.
Le forze di difesa nazionali sudafricane (Sandf) hanno riferito in un comunicato che “come mezzo per rafforzare le già fiorenti relazioni tra Sudafrica, Russia e Cina, un’esercitazione marittima multinazionale tra questi tre Paesi si svolgerà a Durban e Richards Bay nella provincia di KwaZulu-Natal dal 17 al 27 febbraio”. L’esercitazione, chiamata Mosi, che significa “fumo” in tswana, una delle 11 lingue ufficiali del Sudafrica, coinvolge 350 membri del personale Sandf, che parteciperanno insieme alle loro controparti russe e cinesi.
Il ministro degli Esteri russo, dopo il Sudafrica, visiterà l’Eswatini, l’Angola e il Botswana. Dovrebbe anche tornare in Africa la prossima settimana per continuare il suo tour nel continente con visite in Marocco, Tunisia e Mauritania. I viaggi di Lavrov nel continente preludono al vertice Russia-Africa in programma dal 26 al 29 luglio a San Pietroburgo.
All’ordine del giorno di questa seconda edizione saranno affrontati temi legati alla cooperazione politica, commerciale, economica, degli investimenti, scientifica, tecnica e umanitaria. Inoltre, i diplomatici russi vogliono che questa conferenza si concentri in particolare sulla sicurezza alimentare ed energetica.