Il bavaglio di Putin: oscurata la testata online Meduza sgredita al regime
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Il bavaglio di Putin: oscurata la testata online Meduza sgredita al regime

Meduza è una testata seguitissima, un punto di riferimento per chiunque voglia informazioni in lingua russa non deformate dalla propaganda.

Il bavaglio di Putin: oscurata la testata online Meduza sgredita al regime
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26 Gennaio 2023 - 19.06


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Bavaglio e repressione: il Cremlino è tornato a prendere di mira la stampa indipendente. La procura ha bollato come «organizzazione indesiderata» la testata online Meduza, vietandone di fatto l’attività in Russia. Mosca accusa il giornale di essere «una minaccia alle basi dell’ordine costituzionale e alla sicurezza» dello Stato, ma in realtà secondo molti osservatori il vero motivo della stangata è senz’ombra di dubbio la linea editoriale di Meduza, che non ha mai lesinato critiche a Putin e ha denunciato senza mezzi termini le atrocità del conflitto in Ucraina.

Il provvedimento potrebbe avere gravi conseguenze perché la legge russa prevede la possibilità di pene detentive per chi collabori con un giornale bollato come «indesiderato»: fino a quattro anni di reclusione per i giornalisti e fino a sei per chi ha ruoli organizzativi, precisa l’Afp. «La nostra preoccupazione principale sono i nostri lettori», ha però dichiarato l’ad di Meduza, Galina Timchenko, al Moscow Times. «Le persone – ha spiegato – possono ancora leggere Meduza, ma pubblicare link e commenti potrebbe essere considerato un illecito amministrativo».

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Meduza è una testata seguitissima, un punto di riferimento per chiunque voglia informazioni in lingua russa non deformate dalla propaganda. E proprio per questo il governo russo l’ha già colpita più volte. Nel 2021, Meduza è stata inserita nel famigerato registro degli «agenti stranieri», che Mosca riserva ad enti e persone scomodi per il potere. Il giornale – che ha sede in Lettonia proprio per cercare di sfuggire ai continui giri di vite del Cremlino contro la libertà di stampa – è stato costretto a presentarsi al suo pubblico con l’infamante etichetta di «agente straniero» con un avviso a caratteri cubitali all’inizio di ogni suo articolo. I proventi della pubblicità sono crollati, ma Meduza è riuscita a restare in piedi attraverso una raccolta fondi. La situazione è peggiorata con il conflitto in Ucraina, che ha visto Mosca inasprire ulteriormente censura e repressione: una nuova legge bavaglio vieta di fatto di criticare l’offensiva delle truppe russe prevedendo pene fino a 15 anni di reclusione, e sono stati bloccati decine di siti web, compreso quello di Meduza.

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Meduza ha annunciato ad ogni modo che non intende chiudere i battenti: «Non abbiamo il diritto di arrenderci e tacere», scrive, aggiungendo che penserà a «come lavorare nelle nuove condizioni». Il giornale ha ricevuto messaggi di solidarietà da tanti media liberali russi (tutti costretti a spostarsi all’estero) e Novaya Gazeta Europa ha lanciato una raccolta firme a sostegno della testata.

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