Dopo il via libera degli Stati Uniti e della Germania all’invio di carri armati a Kiev, il dibattito sul sostegno militare all’Ucraina da parte degli Stati alleati sale di livello: ora in gioco c’è l’eventuale fornitura di aerei da combattimento. E’ l’analisi del Finantial Times che pone comunque l’accento sugli “enormi ostacoli” legati soprattutto alla vocazione all’attacco dei jet americani e alla difficoltà dunque a mantenere la linea ‘difensiva’ sugli aiuti al paese di Zelensky invaso dalla Russia.
Ma tra gli alleati, sostiene il quotidiano britannico, c’è chi è pronto a dare a Kiev tutte le armi necessarie per liberare il territorio invaso dai russi. “Ci sono molte discussioni sul trasferimento di F-16 a Paesi terzi“, racconta al Ft un alto dirigente di Lockheed Martin, il più grande appaltatore della difesa degli Stati Uniti e produttore del jet da combattimento.
Teoricamente gli Alleati potrebbero proporre di inviare gli aerei da combattimento direttamente a Kiev. Oppure potrebbero inviare moderni jet occidentali (come l’F-16) negli ex Stati del Patto di Varsavia (da sostituire agli aerei militari dell’epoca sovietica) per poi dirigerli in Ucraina. Una terza possibilità: finanziare l’acquisto di jet in entrambi gli scenari. Tutte ipotesi ma al momento una sola certezza: gli Stati Uniti hanno respinto l’idea.
Nonostante questo c’è chi spera in un’inversione di rotta da parte di Washington proprio come è avvenuto per i carri Armati M1 Abrams: ne saranno consegnati (al momento) 31 in coordinamento con la Germania che manderà i Leopard.
Carri armati e jet, terra e cielo: due vocazioni diverse in guerra e anche due “livelli tecnici distinti” per i militari a bordo. A livello logistico “a differenza di un soldato che guida un carro armato pieno di missili non si può scambiare un pilota Nato con uno ucraino sorvolando il confine polacco a 2mila chilometri orari”, è il ragionamento del Ft.
Il dibattito sul jet è attenuato nei paesi occidentali più ottimisti che vedono nei tank tedeschi Leopard 2 la chiave di volta per la vittoria di Kiev. Ma la loro efficacia in guerra dipenderà in gran parte dalla capacità dell’Ucraina di condurre le cosiddette “operazioni combinate di armi”, paragonabili a un gioco di “sasso, carta, forbici” declinato sul campo di battaglia.