“Gli insulti di Medvedev mi lasciano indifferente, ho preferito rispondergli con il giusto tono, che bisogna tenere nei rapporti istituzionali tra due Paesi importanti”. Lo dice il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista al Corriere della Sera. Con l’affermazione ‘se i carri armati russi arrivano a Kiev ci sarà la Terza guerra mondiale’, spiega Crosetto.
“Ho solo spiegato che se l’obiettivo di quella che i russi hanno chiamato Operazione militare speciale era conquistare Kiev, occupare l’intera Ucraina e portare i carrarmati ai confini dell’Europa, la responsabilità dell’escalation non poteva essere attribuita ad altri. Si vede che Medvedev si è infastidito perché ho semplicemente cercato di spiegare la verità, partendo da dati di realtà”. “L’Europa non schiera nulla. – continua Crosetto – Alcune nazioni hanno deciso di fornire carri, su richiesta ucraina, perché si prepara un attacco russo su larga scala. La scelta non nasce dalla volontà di proseguire la guerra, ma dalla necessità di aiutare una nazione aggredita a fronteggiare un attacco in cui la Russia impiegherà i 300 mila soldati che sta finendo di addestrare. Un attacco così sproporzionato che se l’Ucraina non ricevesse aiuti potrebbe solo soccombere”.
“Avevo criticato ad esempio le eccessive manovre Nato sul confine russo. Dicevo che avremmo dovuto portare Mosca verso Occidente e non credevo che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina. La storia ha dimostrato che avevo torto, ma confesso che non pensavo che Putin potesse arrivare a fare quello che ha fatto – prosegue Crosetto – Dobbiamo trattare la vicenda come la stiamo trattando, aiutando l’Ucraina a difendersi e a ripristinare il diritto internazionale sul suo territorio. Ma penso anche che sia sbagliato trattare tutto il popolo russo come fosse un nemico. Non ho mai condiviso chiusure verso gli artisti, gli sportivi, la popolazione civile. Dobbiamo lasciare dei canali di dialogo aperti”.
In merito agli attentati anarchici Crosetto afferma che “vedo un pericolo reale. La somma delle perturbazioni che si addensano in questo momento storico, tra crisi economica, malessere sociale, guerra e divisioni è un substrato straordinario per far nascere contrapposizioni violente. Da questo punto di vista non posso che biasimare quegli opinionisti che si divertono indicando nomi e cognomi di possibili obiettivi fisici da colpire. Magari come fa Medvedev, usando l’insulto e l’offesa, l’odio verbale. Un modo di fare che è sempre un modo pericoloso, come anche la storia d’Italia insegna”.