Almeno 6.000 bambini ucraini hanno frequentato i campi di “rieducazione” russi nell’ultimo anno, e diverse centinaia vi sono stati trattenuti per settimane o mesi oltre la data prevista per il ritorno. La Russia ha anche accelerato l’adozione e l’affidamento di bambini provenienti dall’Ucraina in quello che potrebbe costituire un crimine di guerra. Lo rivela il rapporto dello Yale Humanitarian Research Lab, finanziato dal Dipartimento di Stato americano. A raccontarlo sull’Agi.it è Giorgia Ariosto.
Dal rapporto emerge che dall’inizio della guerra, quasi un anno fa, bambini di appena quattro mesi sono stati portati in 43 campi in tutta la Russia, anche in Crimea e in Siberia, per “un’educazione patriottica e militare a favore della Russia”. In almeno due campi, la data di rientro dei bambini è stata ritardata di settimane, mentre in altri due campi il rientro di alcuni bambini è stato posticipato a tempo indeterminato. Secondo il rapporto, le autorità russe hanno cercato di fornire ai bambini un punto di vista favorevole a Mosca attraverso i programmi scolastici, le gite in luoghi patriottici e i discorsi dei veterani. I bambini sarebbero stati anche addestrati all’uso delle armi da fuoco, anche se Nathaniel Raymond, un ricercatore di Yale che ha supervisionato il rapporto, ha detto che non ci sono prove che siano stati mandati a combattere.
“Le prove sempre più evidenti delle azioni della Russia mettono a nudo gli obiettivi del Cremlino di negare e sopprimere l’identità, la storia e la cultura dell’Ucraina – ha dichiarato il Dipartimento di Stato americano in un comunicato – Gli impatti devastanti della guerra di Putin sui bambini ucraini si faranno sentire per generazioni”. Il rapporto chiede che venga concesso l’accesso ai campi a un organismo neutrale e che la Russia interrompa immediatamente le adozioni di bambini ucraini. Secondo il rapporto, 350 bambini sono stati adottati da famiglie russe e più di 1.000 sono in attesa di adozione. L’ambasciata russa a Washington ha replicato su Telegram, affermando che “la Russia ha accettato i bambini che sono stati costretti a fuggire con le loro famiglie dai bombardamenti” e che Mosca fa del suo meglio “per mantenere i minorenni nelle famiglie e, in caso di assenza o morte di genitori e parenti, per trasferire gli orfani sotto tutela”.