Un breve intervento in piena continuità zarista, revanscista e imperialista. Come dire: se non tutta l’Ucraina, ma almeno mezza Ucraina è terra russa e in quanto tale ci appartiene. Ossia il desiderio di voler modificare con la forza i confini dicendo che le province illegalmente annesse sono Russia.
Il Presidente russo Vladimir Putin ha parlato questo pomeriggio di fronte a decine di migliaia di persone riunite allo stadio Luzhniki di Mosca, per soli tre minuti e mezzo, forse il suo intervento pubblico più breve.
Il suo intervento in occasione della Giornata dei difensori della patria, in coincidenza con l’anniversario dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina, è stato preceduto da «Putin, Putin» e «Rossia, Rossia» scandito dalla folla, secondo una coreografia oramai in questi anni ben testata.
«Siamo qui insieme per questa celebrazione. Ho appena ascoltato dai vertici militari dei combattimento in corso in questo momento nelle nostre terre storiche e per il nostro popolo». «Oggi, difendendo i nostri interessi, il nostro popolo e la nostra cultura, la nostra lingua e il nostro territorio, tutti i russi possono essere considerati come difensori della patria. mi inchino davanti a voi tutti». «Quando siamo insieme, nessuno è come noi», ha quindi concluso Putin invocando «l’unità della nazione russa».