Va in avanscoperta, ovviamente sotto la regia di Putin al quale lui deve la sopravvivenza, altrimenti il popolo bielorusso l’avrebbe già cacciato via a pedate.
Il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, è atterrato all’aeroporto di Pechino, per una vista di tre giorni in Cina. La visita di Stato di Lukashenko in Cina «sarà una continuazione della costruzione di relazioni amichevoli di lungo termine e di cooperazione reciprocamente vantaggiosa con la Repubblica Popolare Cinese», riferisce l’agenzia Belta all’arrivo del leader bielorusso nella capitale cinese.
Lukashenko, alleato del presidente russo, Vladimir Putin, è in Cina su invito del presidente cinese, Xi Jinping, e rimarrà nel Paese fino al 2 marzo prossimo. La visita viene osservata con attenzione dall’estero, soprattutto rispetto alla situazione della guerra in Ucraina: la Cina ha proposto un piano in 12 punti per la soluzione politica della crisi, accolto con scetticismo in Occidente, e lo scorso anno ha siglato una partnership «senza limiti» con la Russia proprio poche settimane prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Ad attendere Lukashenko all’aeroporto della capitale, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa bielorussa, c’erano il vice ministro degli Esteri, Ma Zhaoxu, e l’ambasciatore cinese in Bielorussia, Xie, Xiaoyong.