Un numero crescente di riservisti militari israeliani, compresi i membri del più importante squadrone dell’aeronautica militare, si rifiutano di partecipare alle attività militari: un passo senza precedenti che rientra nel movimento di protesta contro il nuovo governo di estrema destra del Paese.
In un annuncio di domenica, tutti i 40 piloti riservisti dello squadrone d’élite israeliano 69, tranne tre, hanno dichiarato che non prenderanno parte a un’esercitazione nel corso della settimana e parteciperanno invece alle diffuse proteste pubbliche, affermando di non essere pronti a servire un “regime dittatoriale”.
I piloti di F-15I sono uno squadrone strategicamente cruciale in grado di volare a lungo raggio, sollevando immediati interrogativi sulla competenza operativa delle Forze di Difesa Israeliane (IDF).
Secondo quanto riferito, i funzionari della sicurezza sono preoccupati anche per il rifiuto di obbedire agli ordini e l’insubordinazione all’interno dei ranghi dell’esercito in servizio, mentre l’opposizione ai piani del primo ministro, Benjamin Netanyahu, di limitare i poteri giudiziari aumenta in diversi settori della società israeliana.
I capi di stato maggiore dell’esercito e dell’aeronautica israeliana avrebbero dovuto incontrare martedì i piloti di riserva – che regolarmente prestano servizio in ruoli operativi – in seguito alla minaccia di non presentarsi all’addestramento.
Nel frattempo, El Al, la compagnia aerea nazionale, è stata costretta a chiarire che un volo programmato per trasportare Netanyahu in Italia per una visita di Stato alla fine di questa settimana sarebbe andato avanti come previsto dopo le notizie che i membri dell’equipaggio si erano rifiutati di fare parte del personale di bordo.
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