Reazionari, omofobi e sfrontati, come tanti sovranisti e in questo caso hanno cercato di speculare politicamente su un caso di pedofilia nel quale era coinvolto un attivista Lgbt: il partito Pis al governo in Polonia è al centro di una bufera politica per il clamore mediatico suscitato dalla morte del figlio quindicenne di una deputata dell’opposizione, che si è suicidato dopo che una stazione radio statale aveva portato alla sua identificazione come vittima di un pedofilo poi condannato.
A dicembre Radio Szczecin aveva rivelato l’età del minore e che era figlio di una deputata, aggiungendo che l’uomo condannato – il cui processo nel 2021 si era svolto a porte chiuse per proteggere le sue vittime -, era un ex membro del partito all’opposizione Piattaforma civica e candidato alle elezioni, nonché un attivista Lgbt.
La storia, ampiamente diffusa anche da altri media statali, ha suscitato scalpore in Polonia, con i sostenitori dell’opposizione che hanno affermato che il partito nazional-conservatore PiS l’ha orchestrata per un vantaggio politico e che sarebbe almeno in parte responsabile della morte.
Il parlamento polacco, il Sejm, ha osservato oggi un minuto di silenzio durante i funerali di Mikolaj Filiks. La scorsa settimana la madre, Magdalena Filiks, deputata del principale partito di opposizione, Piattaforma civica, aveva annunciato che il figlio era morto a febbraio.
Il PiS controlla strettamente i media polacchi e ha condotto una campagna contro i diritti Lgbt. Il leader di Piattaforma civica, Donald Tusk, ex primo ministro polacco e ex presidente del Consiglio europeo, «ritiene il PiS responsabile di ogni malvagità e di tutte le tragedie che ha causato mentre era al potere».