L’impegno di Usa, Gb e Australia «sulla non proliferazione nucleare è un puro inganno: la cooperazione trilaterale sui sottomarini a propulsione nucleare rappresenta la prima volta nella storia che un Paese dotato di armi nucleari traferisce reattori a propulsione atomica per sottomarini e una grande quantità di uranio altamente arricchito per uso militare a un Paese privo di armi nucleari». È il commento del portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin sul piano annunciato lunedì dall’Aukus, aggiungendo che l’accordo «pone gravi rischi che violano lo scopo del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari».
Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e il Segretariato dell’Aiea, l’agenzia atomica dell’Onu, «non hanno il diritto di negoziare tra loro sulla questione della cooperazione e della supervisione dei sottomarini nucleari tra i tre Paesi», poiché – secondo Wang – i tre Paesi puntano a «chiedere un’esenzione dalla salvaguardia e dalla supervisione dei sottomarini nucleari australiani. Ciò va contro la sua dichiarata adesione ai più elevati standard di non proliferazione nucleare».
La Cina ha contestato il ricorso all’articolo 14 dell’accordo globale sulle salvaguardie dell’Agenzia che prevede che le «attività militari non proibite» posano ricevere l’esenzione, ma la comunità internazionale – ha osservato ancora il portavoce – «non ha un consenso sulla definizione di tali attività né sull’applicazione dell’articolo 14. Sono tutte questioni irrisolte riconosciute in campo del controllo internazionale degli armamenti nucleari». La questione, pertanto, dovrebbe essere – nell’opinione di Pechino – «discussa e decisa dalla comunità internazionale». In più, gli accordi tra Australia e Aiea che invocano l’articolo 14 creerebbero «un brutto precedente che riguarda gli interessi di tutti i Paesi membri dell’Agenzia». La Segreteria dell’agenzia non dovrebbe trattare con Canberra «fino a quando non ci sarà un consenso tra tutte le parti».
La Cina, quindi, ha esortato l’Aukus «ad adempiere seriamente agli obblighi di non proliferazione nucleare e a non danneggiare l’autorità e l’efficacia delle salvaguardie istituzionali e del sistema di supervisione», nonché il Segretariato «a svolgere i propri compiti rigorosamente in conformità con l’autorizzazione e a non avallare il comportamento di proliferazione nucleare dei tre Paesi».