Trump lo definisce un corrotto, lasciando intendere che si tratti di un procuratore di sinistra che fa un uso politico della giustizia. Echeggiando parole che in Italia conosciamo benissimo.
Laureato a Harvard e il primo afroamericano procuratore di Manhattan. Alvin Bragg è l’uomo che sfida Donald Trump, colui che potrebbe incriminarlo per il pagamento da 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels in cambio del suo silenzio sulla loro relazione.
Eletto nel 2021, Bragg è nato a Harlem ed è cresciuto a New York, la città che è anche dell’ex presidente. Nel corso della sua carriera si è occupato di casi di primo piano. Nel 2014 ha rappresentato la madre di Eric Garner, l’afroamericano ucciso dalla polizia, contro il New York Police Department. Oltre a essere stato il responsabile della supervisione del caso di Harvey Weinstein, l’ex re di Hollywood travolto dalle accuse di molestie.
Alla guida della procura di Manhattan Bragg ha preso il posto di Cyrus Vance, aspramente criticato per non aver avuto successo nel perseguire Trump, tema su cui Bragg si è impegnato personalmente da quando è stato eletto.
Al ruolo di procuratore è stato scelto al termine di una campagna elettorale giocata sulla necessità di rendere le forze di polizia più responsabili delle loro azioni. Una battaglia per lui personale visto che, ha raccontato più volte, quando aveva solo 15 anni un agente gli ha puntato una pistola alla testa.
Un episodio che ha condizionato tutte le sue scelte, spingendolo a studiare giurisprudenza e a divenire un legale per la difesa dei diritti civili.
Da procuratore di Manhattan ha creato una `Special Victims Division´ dedicata ai reati sessuali e alla violenza domestica e ha rafforzato la `Hate Crimes Unit´ nel tentativo di riportare fiducia nelle forze dell’ordine.
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