La pace sì, ma una pace vera e non capitolazione davanti al più forte. Pace nel rispetto del diritto internazionale e del rispetto dei confini.
Durante la sua visita a Pechino questa settimana, il presidente del Brasile Luis Inacio Lula da Silva proporrà alla Cina un «club della pace» per mediare e porre fine al conflitto in Ucraina. Lo riporta il Financial Times (FT), sottolineando che Lula sta provando a ripristinare il prestigio diplomatico del Brasile dopo il periodo di «relativo isolamento» durante il governo di Jair Bolsonaro, ma evidenzia che ha resistito ad allinearsi con i Paesi occidentali nell’invio di armi all’Ucraina.
«Siamo molto interessati a promuovere o aiutare a generare un qualche tipo di incontro che porti a un processo di pace», ha dichiarato Mauro Vieira, ministro degli Esteri brasiliano, in un’intervista al Financial Times. «Il Presidente ha detto molte volte che sente parlare molto di guerra ma molto poco di pace. È interessato a conversazioni sulla pace», ha aggiunto.
Lula partirà per la Cina domenica e un incontro con il presidente cinese Xi Jinping è in programma per martedì. Inizialmente la partenza era prevista per sabato ma è stata rinviata per una lieve polmonite. La sua visita giungerà dopo quella di Xi a Mosca, dove ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin.
All’inizio dell’anno Lula aveva dichiarato che avrebbe promosso l’idea di un gruppo di Paesi mediatori, affermando che «è tempo che la Cina si sporchi le mani». «Il mio suggerimento è di creare un gruppo di Paesi che cerchi di sedersi al tavolo con l’Ucraina e la Russia per cercare di trovare la pace», aveva aggiunto.
Un analista citato dal Financial Times, Ryan Berg, senior fellow al Center for Strategic and International Studies, afferma che «il problema è che il Brasile non è in una posizione tale da poter influire sull’esito di questa guerra, né è visto da molti come un arbitro neutrale, data… la sua appartenenza ai Brics».