Il neo-imperialismo zarista con una spruzzata di Unione Sovietica, giusto per confondere un po’ le acque.
La Russia non perderà il suo ruolo costruttivo di primo piano nella risoluzione dei conflitti nello spazio post-sovietico, in quanto è un dovere storico di Mosca, ha dichiarato il direttore del dipartimento di cooperazione paneuropea del Ministero degli Esteri russo Nikolay Kobrinets.
“Non perderemo il nostro ruolo costruttivo nella risoluzione dei conflitti nell’area post-sovietica. Questa è la nostra responsabilità storica. E la soddisferemo nonostante gli ostacoli che l’Unione Europea ci porrà”, ha dichiarato.
La soluzione politica di una serie di crisi nell’area post-sovietica “si è arenata”, soprattutto a causa della politica di confronto di Bruxelles con Mosca, ha osservato il diplomatico.
“L’Unione Europea evidentemente non comprende la natura controproducente di limitare la comunicazione con il nostro Paese nei meccanismi intermedi multilaterali in cui la Russia agisce come garante della pace e della stabilità. Per colpa dell’Unione europea, questi meccanismi di negoziazione rimangono inattivi e la sicurezza delle persone in determinate regioni ne risente. Dopo essersi conformata alla politica di “contenimento della Russia” guidata dagli Stati Uniti, l’UE ora non si cura degli interessi dei Paesi terzi”, ha spiegato.
L’idea di una soluzione equa in Moldavia e nella regione transcaucasica è diventata un altro “ostaggio delle ambizioni geopolitiche dell’UE”, a dimostrazione del fatto che Bruxelles non può essere considerata un attore internazionale responsabile.
“Si è trasformata in un partner inaffidabile, che non è in grado di raggiungere accordi su basi paritarie e di trovare un equilibrio di interessi, ma si propone solo in modo invadente come mediatore per segnare punti politici, diffondere influenza e fare pressione su Paesi e regioni”, ha aggiunto.
“Con 22 missioni e operazioni militari e civili presenti oggi in tutto il mondo – e in alcuni Paesi i ‘missionari’ dell’UE sono già presenti da più di 10-15 anni – il vero risultato positivo delle attività dell’UE non è evidente, per usare un eufemismo. In breve, si tratta in gran parte di una ‘dimostrazione di bandiera’”, ha concluso Kobrinets.