Il Cremlino: "Il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia andrà avanti"
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Il Cremlino: "Il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia andrà avanti"

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che nonostante le reazioni dell'Occidente il piano di Putin di mandare armi nucleari tattiche russe in Bielorussia andrà avanti

Il Cremlino: "Il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia andrà avanti"
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov
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27 Marzo 2023 - 16.58


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Guerra in Ucraina, riarmo sì e diplomazia no. La reazione «dell’Occidente» all’annuncio dello schieramento di armi nucleari tattiche in Bielorussia da parte del presidente Vladmir Putin «non cambierà i piani» di Mosca. Ad affermarlo è il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia locale Tass.

Durante un’intervista con l’emittente statale Rossiya-1 nel fine settimana Putin ha reso noto che la Russia «ha concordato con Minsk di schierare armi tattiche nucleari in Bielorussia» e ha sostenuto che questa operazione «non viola gli obblighi internazionali» di Mosca.

Il capo dello Stato ha spiegato che «entro il primo luglio verrà completata in Bielorussia la costruzione di un deposito» a questo scopo e ha aggiunto: «Tutto ciò non è insolito: gli Stati Uniti hanno schierato armi nucleari nei paesi della Nato già molto tempo fa».

Secondo Peskov, in merito alla questione quindi «non c’è altro da aggiungere rispetto a quanto già affermato» dal presidente.

Le parole di Putin hanno scatenato un’ondata di reazioni. Il ministero degli Esteri ucraino ha invocato la convocazione di una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla questione e ha esortato «il G7 e l’Unione Europea di «avvertire le autorità bielorusse delle conseguenze di vasta portata» che avrebbe la decisione di accogliere le armi del Cremlino. Secondo la diplomazia di Minsk, la collocazione di questo tipo di armamenti in Bielorussia viola anche il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari si cui la Russia è fra i Paesi firmatari e anche promotori, quando ancora era Unione Sovietica. Una versione questa, appunto negata da Putin.

La reazione della Ue

 L’alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea Josep Borrell ha invece denunciato su Twitter che la possibilità di armi nucleari schierate in Bielorussia comporterebbe «un’escalation irresponsabile e una minaccia alla sicurezza europea. La Bielorussia può ancora fermarlo, è una loro scelta», ha aggiunto il dirigente europeo, che ha poi annunciato: «L’Ue è pronta a rispondere con ulteriori sanzioni».

Il dipartimento della Difesa statunitense, dal canto suo, ha comunicato che «monitorerà» la situazione ma ha anche specificato che al momento nulla fa pensare che la Russia intenda usare le sue armi nucleari.

La Bielorussia del presidente Aleksandr Lukashenko è una ferma alleata della Russia. Minsk non è direttamente coinvolta nel conflitto ucraino con le sue forze armate ma concede il transito di mezzi e militari russi diretti verso il territorio ucraino.

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