Governo Meloni dalla parte dei padroni, delle corporazioni. Ma non certamente dalla parte dei lavoratori e degli sfruttati.
Ogni settimana una grande manifestazione: Bologna (6 maggio) Milano (13) e Napoli (20). Vogliamo risultati, non è un processo fine a sé stesso. È chiaro che non ci fermeremo il 20 maggio, andremo avanti sinché non avremo ottenuto quello che chiediamo».
Lo annuncia Maurizio Landini, segretario della Cgil, in un’intervista a La Stampa, spiegando di voler coinvolgere tutte le associazioni dei lavoratori europei in una grande azione di protesta.
«Non funzionano più i piccoli modelli – ammette – Funzionano le pratiche e l’esperienza collettiva». «Non c’è più tempo per aspettare – ribadisce il segretario -. Il governo deve cambiare direzione, ascoltare i bisogni del lavoro e quindi fare accordi con noi. Allo stesso modo, è importante che le imprese contrattino e portino risultati. È la loro responsabilità».
«I dati dell’Istat confermano che la situazione non è sostenibile. Mentre scendono i prezzi dell’energia diventano sempre più cari i beni di prima necessità. Così si taglieggiano i salari perché diminuisce il potere di acquisto. Allo stesso tempo, salgono i profitti delle imprese e calano gli investimenti. Non è accettabile!», afferma Landini.
«È sempre più urgente aumentare le retribuzioni – sottolinea – , rinnovando i contratti e intervenendo sul fisco, con una riforma costruita sulla progressività diversamente dalla delega presentata dal governo. Non si può trascurare che la sanità pubblica è al collasso e il diritto alla salute non è più garantito. Chiediamo investimenti, assunzioni e nuove politiche sociali ed economiche».
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