In Myanmar una terribile strage causata dalla giunta militare, che ha ucciso circa 100 persone nel villaggio di Pazigyi, nella regione di Sagaing. Centinaia di persone si erano radunate per l’apertura di un ufficio dell’amministrazione locale.
Un raid aereo della giunta militare ha bombardato il villaggio, uccidendo decine di civili. Si tratta di uno degli atti più efferati compiuti dalla giunta militare da quando ha ripreso il potere sul Paese, in seguito al colpo di Stato del 1 febbraio 2021.
Tra le vittime figurerebbero anche donne e bambini, circa venti minori sarebbero rimasti uccisi, secondo stime di Radio Free Asia, anche se rimane difficile fare una stima esatta delle vittime e dei feriti, che si ritiene siano almeno cinquanta. Secondo le ricostruzioni di fonti locali, dagli aerei militari birmani sono state sganciate due bombe poco prima delle otto di ieri mattina, ora locale, e all’attacco sono seguiti diversi colpi di arma da fuoco da un elicottero militare Mi-35.
L’attacco è stato rivendicato dalla giunta militare: il portavoce Zaw Min Tun ne ha confermato l’origine in un messaggio trasmesso in televisione, spiegando che il bersaglio era stato scelto perché l’ufficio di cui si celebrava l’apertura riguardava la formazione di forze di Difesa volontarie, considerate «terroristi» dalla giunta militare.
«L’Italia condanna l’uso barbaro della forza militare contro i civili e gli attacchi aerei particolarmente letali che si stanno compiendo in Myanmar. Rinnoviamo il nostro appello per la cessazione di ogni violenza e il rispetto del diritto internazionale umanitario». E’ quanto si legge in un tweet della Farnesina.